Per ricordare da dove veniamo o, sarebbe meglio dire, da dove siamo stati costretti a scappare, dove ci siamo rifugiati. Abbiamo abbandonato la nostra terra per cercare lavoro e fortuna, per tentare una sorte diversa. Per fuggire dalla miseria e dalla fame.
Sembrava che la Sicilia potesse non essere mai attaccata dal virus del razzismo. Non è il nord d’Italia, non è una delle regioni col fazzoletto verde nel taschino. E invece… il 4 maggio scorso a Cassibile, in provincia di Siracusa, un bracciante
La promotrice del primo sciopero degli immigrati in Italia è una giornalista siciliana, Stefania Ragusa. E, naturalmente, anche in Sicilia, il primo marzo scorso, l’invito è stato accolto con entusiasmo. A Palermo l’appuntamento è stato dato con un raduno in piazza Bolognini.
Rosarno non è solo in Calabria. E’ qui vicino a noi, nel Ragusano o a Termini come in tutta la Sicilia, ovunque ci siano colture, giardini e serre. E dire che una volta eravamo noi siciliani a subire razzismo, sfruttamento e violenza.
Tratto da: 160 incompiute, miliardi bruciati, di Rosario Battiato, in QdS dell’11 agosto 2009 Ci sono incompiute che fanno ormai parte della storia della musica, ce ne sono altre che potrebbero benissimo entrare a far parte della storia delle opere pubbliche e
Estrarre materiale dalla cave italiane è un buon affare. Ottimo, poi, in Sicilia dove -come del resto, in Val d’Aosta, Puglia, Basilicata, Calabria e Sardegna- si cava addirittura gratis. Ogni anno in Italia dalle 6000 cave attive vengono estratti 142 milioni di metri