Ieri, ventesimo anniversario della strage di via D’Amelio, Paolo Borsellino è stato ricordato, a Catania e in Sicilia, con vari eventi. Noi vogliamo rievocare alcuni aspetti della sua personalità che rischiano di essere dimenticati. Borsellino è divenuto oggetto di attenzione da parte
“E’ tutto finito”. Furono le parole amare pronunciate dal giudice Caponnetto all’indomani dell’omicidio Borsellino. Tre mesi prima c’era stata la strage di Capaci. Il vecchio magistrato, che era venuto dalla Toscana a Palermo dopo la morte di Chinnici per ricoprire la carica
Eroe moderno della nostra democrazia. Così Antonio Ingroia definisce Borsellino nella prefazione al libro di Giorgio Bongiovanni e Lorenzo Baldo che ricostruisce i 56 giorni intercorsi tra la strage di Capaci e l’attentato di Via D’Amelio (Gli ultimi giorni di Paolo Borsellino,
I neonati di allora oggi hanno il diritto di voto, la patente, e hanno finito la scuola superiore. Alcuni di loro studiano all’università. Specialmente ai cittadini che poco o nulla ricordano delle stragi del ’92, consigliamo di ascoltare la ricostruzione delle figure
Nel mese di maggio, per l’anniversario della strage di Capaci. Davanti al Palazzo di giustizia, luogo simbolico per eccellenza. Da diversi anni il movimento di Città Insieme organizza un momento di incontro, un’occasione che è insieme di lutto e di festa, per
Forse è stato solo un pretesto la presenza del collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara. Fatto sta che a Castelvetrano, il paese del boss Matteo Messina Denaro, Antonio Ingroia si è ritrovato solo. Solo, a ricordare Paolo Borsellino, in un teatro comunale vuoto.
Dapprima furono i politici, Ciampi, Scalfaro, Maccanico, Scotti e Mancino, Martelli, Cirino Pomicino e Violante. E i magistrati Grasso e Lari. Adesso anche Pisanu, presidente della commissione antimafia ed esponente del Pdl, mette nero su bianco con una relazione di 35 pagine.