Da un lato la “marcia del ritorno” del popolo palestinese che toccherà tutti i territori sotto occupazione israeliana da oltre cinquanta anni, che è costata il 30 marzo 16 morti e il ferimento di migliaia di palestinesi, sotto il fuoco dell’esercito israeliano.
Coloro che hanno a cuore le sorti della Palestina sono già a conoscenza delle clamorose violazioni dei diritti umani da parte del governo israeliano, che ha instaurato un vero e proprio regime di “apartheid” a danno dei Palestinesi, con normative discriminatorie, che
Una strada vuota, senza più negozietti, senza abitazioni, senza bambini, senza più gente. Solo giovanissimi soldati a guardia del nulla, e i “turisti”, pellegrini di pace ai quali – per salvare l’apparenza nei confronti del mondo – non può essere vietato l’accesso.
La Palestina torna a bruciare, sono esplosi i ‘giorni della collera‘ dopo l’annuncio dell’amministrazione Trump di voler riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Si torna a parlare di morti e feriti, di razzi e raid aerei, e dietro il racconto dei fatti
Nel contesto della crisi medio-orientale è di recente emersa una contrapposizione fra Arabia Saudita ed Israele, da una parte, ed il Qatar dall’altra sul tipo di informazione fornito dalla testata Al Jazeera. Abbiamo avuto l’opportunità di porre alcune domande ad un
Raccontare un’esperienza con l’obiettivo di rendere giustizia a quelle popolazioni che chiedono non aiuti in denaro ma di parlare al mondo intero, di informare il maggior numero di persone di quello che accade in Palestina, della politica di apartheid perpetrata dal governo
Uno sciopero della fame per la libertà e la dignità. Lo hanno proclamato solo qualche giorno fa 2000 palestinesi, prigionieri nelle carceri israeliane di Gilboa, Hadarim, Askelon, Kziot, Nafha, Ramon. La notizia e’ rimbalzata in Sicilia grazie anche
Duecento chilometri di marcia per la pace, dal Nord di Israele verso Gerusalemme. A marciare sono state – nello scorso mese di ottobre – quattro mila donne cristiane, musulmane, ebree, che la pace l’anno già fatta, tra loro, in quella terra martoriata.
La lettura, toccante e intensa, delle rime che un poeta palestinese ha dedicato a Vittorio Arrigoni, attivista italiano ucciso dalle milizie israeliane a Gaza, ha concluso, lunedì 7 marzo nel salone della Lila di Catania, il dibattito su “La Barca delle donne per
“Vedere morire una persona è un’esperienza dura, vedere morire un bambino lo è ancora di più, vedere morire un bambino perchè l’ambulanza è stata fermata ad un posto di blocco è intollerabile”. Queste parole, pronunziate da suor Donatella del Caritas Baby Hospital