Per i magistrati gli incarichi retribuiti, diversi dall’esercizio dell’attività giudiziaria, devono essere autorizzati dal CSM al fine di tutelare la reputazione, l’autorevolezza e l’indipendenza della magistratura. Una regola giusta. Che ha trovato un’assurda applicazione nel caso della magistrata siciliana Marzia Sabella, procuratore