“Due ragazzi di 17 anni, uno di 16 e uno ancora di 15 anni compiuti solo il 10 luglio scorso. Dal 29 luglio 2020, – scrive Antonio Mazzeo – in violazione delle leggi italiane e del diritto internazionale, quattro adolescenti di nazionalità
Hotspot, in italiano punto di crisi, e cioè, nel contesto dei flussi migratori verso l’Unione europea, punto di primissimo smistamento o anche zona di frontiera esterna dell’Unione europea. Dovrebbe essere, secondo la definizione della
In India, in Siria, nelle zone calde del mondo, ma non a Pozzallo. L’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, che cerca di assicurare il diritto alla cura in molti teatri di guerra e in situazioni di povertà e bisogno di tutto mondo, non
Hotspot, cioè “punto caldo“. E’ la denominazione dei centri chiusi di primo approdo previsti dal piano operativo (roadmap) stilato dall’Italia per rispondere alle richieste dell’Unione Europea, che vuole che i migranti in arrivo vengano tutti identificati e non lasciati -distrattamente- allontanare verso