Nell’estate del 2020 Giovanni ha ripreso in mano una macchina fotografica. Una non notizia, se dal 2004 non avesse perso la vista. Giovanni Caruso, catanese, foto reporter, free lance dal 1972, legato al direttore Pippo Fava, prima al Giornale del Sud, poi
Con questo ricordo di Letizia Battaglia a quasi un mese dalla sua scomparsa, inizia la collaborazione ad Argo di Alessandra Sinatra, che ha dato alla scuola e dà oggi alla società civile il proprio contributo di conoscenza e di impegno, con il
Un’arte respirata a casa, appresa dal nonno, dai genitori, arricchita dai colloqui con Tony Sollima, grande fotografo amatoriale, marito della sorella, da cui “ho appreso il rigore dell’inquadratura e il senso etico del fotografare”. Inizia così l’intervista rilasciata dalla fotografa Alberta Dionisi,
Aggiunge via via nuove immagini al suo album su Catania, Alberta Dionisi. Si arricchisce così – come scrive lei stessa – la “raccolta fotografica iniziata quasi per
Nella torrida e festiva Aci Castello d’inizio estate, gremita di gente e bancarelle, il circolo PD locale ha organizzato un incontro che ha avuto per tema la figura di Tina Modotti, fotografa rivoluzionaria. Fortemente voluto da Loretta Granzotto, segretaria locale del partito,
Dal deserto africano a Piazza Lanza, carcere di Catania. Come tanti, troppi, Arouna decide di lasciare il Senegal, passa attraverso le prigioni/lager della Libia, sbarca a Lampedusa e, accusato di aver aiutato i
“L’acqua attraverso il microscopio e la fotocamera”, questo l’evento che ha celebrato a Catania, lo scorso 22 marzo, la giornata dell’acqua. Un appuntamento con
Pittore, scultore, fotografo. Tutto questo è Bruno Taddei, artista originario della provincia di Varese che si occupa da anni anche dell’integrazione lavorativa di disabili. A fine dicembre sarà protagonista e conduttore, in collaborazione con l’associazione Officina delle Visioni , di un workshop
Lo sguardo di Alberta Dionisi cattura i particolari architettonici dei palazzi, delle chiese, delle stradine di Modica. Ed è poesia.
Le case sventrate, le finestre che si aprono sul vuoto, il selciato e le abitazioni invasi dalla vegetazione, l’assenza di figure umane. Le rovine di Poggioreale sono ancora lì a ricordare il sisma che quasi 46 anni fa, 14 e il 15