“Tutti gli insegnanti felici si assomigliano fra loro, ogni insegnante infelice è, invece, infelice a modo suo”, con questo aforisma di tolstojana memoria inizia il romanzo ‘Bella Cohen’ di Adriano Fischer, edito Nulla Die. Anticipando l’argomento che costituirà il contenuto del libro,
Una presenza viva nel nostro territorio, sempre attenta a ricordare i valori della solidarietà e del rispetto dell’ambiente. Parliamo di Mani Tese, l’associazione della quale più volte Argo si è occupato, sia per l’impegno profuso nel quartiere di Monte Po sia per
Impresa ardua quella tentata da Nino Romeo e Dario Stazzone, ai quali è toccato il compito di presentare alla libreria Feltrinelli il colto e denso “Anarchia come romanzo e come fede” di Antonio Di Grado, appena pubblicato per i tipi Ad Est
Fu il primo omicidio eccellente di mafia. Il primo febbraio 1893, sul treno Termini Imerese/Trabia con 27 pugnalate fu ucciso il direttore del Banco di Sicilia Emanuele Notarbartolo. L’omicidio accese il dibattito sulla situazione dell’associazione criminale in Sicilia e in Italia e
Come mai nessuno ci aveva pensato prima? Esiste la soluzione – teorica, ma con qualche esempio pratico -per le crisi istituzionali italiane e del mondo intero: l’autorità femminile al governo! E’ proprio questo, infatti, il sottotitolo del libro “Sovrane” (edizioni Il Saggiatore)
Il suo motto era: “Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio” e ancora “La forza dell’uomo civile è la legge, quella del bruto e del mafioso la violenza fisica e morale”. Tra i numerosi sindacalisti (almeno 36) uccisi in Sicilia tra
Un prete scomodo, anche adesso he è stato proclamato beato. Così viene ricostruita la figura di don Pino Puglisi nel libro “Beato tra i mafiosi“, edito da De Geronimo, presentato giovedì scorso alla Feltrinelli, a ridosso del ventesimo anniversario della morte del
“C’è differenza”. Eccome se c’è. Parola di Graziella Priulla che da tempo si occupa di “identità di genere e linguaggi: storie, corpi, immagini e parole”. Così recitano titolo e sottotitolo dell’ultimo libro della sociologa, torinese di nascita ma catanese d’adozione, presentato di
L’autrice non è siciliana ma ama la Sicilia e ha molti amici nell’isola e, inoltre, il libro è pieno zeppo di riferimenti, ammiccamenti, menzioni, citazioni, tutti marca Trinacria. Così ne parliamo non soltanto perché è stato presentato qualche tempo fa alla Feltrinelli di
“La mafia non esiste”, “L’onorata società del primo ‘900 era buona e rispettosa”: sono frasi ormai entrate nella letteratura del fenomeno mafioso, sebbene non abbiano mai trovato riscontro nella realtà. Ce lo testimonia un giovane laureato in storia contemporanea, Vittorio Coco, dottorato