Una bella e partecipata accoglienza è stata fatta a Don Luigi Ciotti, per la prima volta in visita a Librino, nella parrocchia Resurrezione del Signore, lo scorso 25 febbraio. Il presidente nazionale di Libera si trova in questi giorni a
Questa, dopo 35 anni, è l’ultima volta che sarò sul palco dei relatori, così Claudio Fava al termine del dibattito in occasione del premio nazionale di giornalismo “Giuseppe Fava – Niente altro che la verità. Scritture e immagini contro le mafie“. Premio
21 marzo, Bologna, giornata della memoria. Don Ciotti dal palco della manifestazione si rivolge al Parlamento italiano invocando l’introduzione del reddito minimo di cittadinanza. Una richiesta ripresa poi dall’Associazione Libera nomi e numeri contro le mafie con una petizione per il reddito
Dal 1996, il 21 marzo non è soltanto l’equinozio di primavera, è anche la “giornata della memoria e dell’impegno” in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, istituita da ‘Libera, Associazione Nomi e Numeri contro le mafie’, fondata il 25 marzo 1995 da
Ascoltare e raccogliere le esperienze di altre associazioni, ognuna con la propria identità, i propri riferimenti, le proprie competenze e passioni, essere il punto di coagulo di una rete in cui “le differenze diventano valore”. Questo è il cuore di ‘Libera, associazioni,
“Io voglio essere responsabile, e tu?”. Con questo richiamo diretto all’impegno e al coinvolgimento personale, “Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie” ha voluto caratterizzare a Catania la manifestazione tenuta il 21 mattina all’Auditorium “De Carlo” dell’ex Monastero dei Benedettini, in
Denominatore comune, la lotta per la legalità e per la trasparenza. Questo il fil rouge che ha legato i tanti interventi dei relatori al convegno su “Il caso Catania e il ruolo dell’informazione” che si è tenuto a Catania, a palazzo Biscari,
Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele, dalle pagine di Liberainformazione lancia un appello. Firmarlo è un dovere morale. Ecco il testo dell’appello: “Tredici anni fa, oltre un milione di cittadini firmarono la petizione che chiedeva al Parlamento di approvare
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