L’argomento, il lavoro, è di quelli da far tremare le vene e i polsi, soprattutto in una città e in una regione del Sud come la nostra. Ed è anche il grande tema oscurato in una non-campagna elettorale come quella che si
“Contratto di lavoro a tempo indeterminato a tutele crescenti”. Questo è lo strumento misterioso che, a sentire Renzi, dovrebbe eliminare il dualismo tra lavoratori di serie A e di serie B, tra insiders e outsiders nel mercato del lavoro. Il decreto attuativo
In sordina, nascosta dietro la cortina fumogena del dibattito sulla riforma del Senato o del titolo quinto della Costituzione, degli accordi del Nazareno e dei rapporti tra Cinquestelle e Renzi, in fretta e furia e senza alcuna concertazione tra le parti sociali
Posteggiatori e ambulanti abusivi, ‘lape’ che raccolgono ferro, ladri di cavi elettrici e tombini di ghisa –i lavori di chi non ha un lavoro-, ma anche sale da scommesse e agenzie che offrono prestiti: le nostre strade, per chi li vuol vedere,
La ricorrenza della Festa della Repubblica ripropone ogni anno la questione (e le polemiche) se sia opportuno festeggiarla con la tradizionale parata militare ai Fori imperiali di Roma. Quest’anno poi è arrivata a ridosso dei drammatici eventi connessi al terremoto in Emilia, per
Su una cosa si sono dichiarati d’accordo Bruno Caruso, docente di diritto del lavoro, e il magistrato Luigi Cavallaro quando hanno discusso, moderati dal giornalista Nicola Savoca, del libro “A cosa serve l’articolo 18”, presentato lo scorso 23 aprile alla Feltrinelli: la
Finalmente primi! Ogni tanto qualche soddisfazione tocca anche a noi. Catania infatti è la città che primeggia nell’indagine statistica sui “neet”, i giovani che non hanno un’occupazione, non studiano e non frequentano corsi di formazione professionale (è questa la traduzione in italiano
Malgrado la recente, clamorosa scoperta, fatta e divulgata dagli Stati generali, parto della fervida fantasia politica del sindaco Stancanelli, secondo cui Catania è una città afflitta da una congenita allergia alle regole, ogni tanto filtrano notizie che scaldano il cuore e, almeno
Secondo i dati dell’INPS, le ore di cassa integrazione, in Italia, nel gennaio 2011 sono diminuite del 30,3% rispetto a dicembre 2010. Se il dato fosse omogeneo nell’intero Paese, potrebbe emergere un cauto ottimismo. Purtroppo, come dimostra il trentacinquesimo report Sicilia (realizzato
La Corte dei Conti parla soprattutto con i numeri, ma non sono cifre buttate lì a caso. In esse c’è una rappresentazione molto precisa della realtà. Proviamo a dimostrarlo citando alcuni passaggi della requisitoria del Procuratore generale d’appello