Un’espressione pittoresca ritorna spesso nei discorsi riguardanti l’economia siciliana: desertificazione industriale. Ce n’è per tutti e per tutti i gusti: la Keller di Carini, la Fiat di Termini, la Nokia di Catania, l’Enel di Gela, la Fincantieri di Palermo, il distretto dell’abbigliamento
Ora non ci sono più. Ma in compenso sono stati inutilmente bruciati 5,5 miliardi di euro che avrebbero dovuto invece contribuire allo sviluppo di aree svantaggiate, soprattutto, ma non solo, del Mezzogiorno. E’ la considerevole somma investita nel decennio 1996 – 2006 in
Continuando la nostra panoramica sulla situazione dell’economia della nostra regione, è il momento di dare uno sguardo a quel settore turistico che, nella retorica sicilianista, dovrebbe avere una funzione di traino. Un articolo di Asud’europa (pag 25 del 4 ottobre scorso) ci
Il Report sullo stato dell’economia siciliana nel 2009, presentato l’8 giugno in anteprima a Ragusa dalla Banca d’Italia, ricorda le note di una marcia funebre. Non c’è un solo indicatore che riporti un segno positivo rispetto al 2008 che già era stato disastroso:
Una ricerca sulla mobilità del lavoro realizzata da due economisti della Banca d’Italia, Mocetti e C. Porrello, ha dato concretezza ad un nuovo fenomeno che è sotto gli occhi di tutti: la ripresa del flusso migratorio dal Sud verso il Nord sta coinvolgendo in modo
In 20 anni la politica tedesca ha ridotto del 50% il divario tra Germania dell’Est e Germania dell’Ovest; in Italia, dopo 150 dall’unità d’Italia, il divario nord-sud non è diminuito, anzi: “a differenza delle altre regioni europee in ritardo di sviluppo che