“Siamo madri, sorelle, donne tunisine che, nella frontiera del Mar Mediterraneo, hanno perso i propri cari – figli, figlie, fratelli e sorelle – morti o scomparsi a causa delle politiche migratorie europee che negano diritti, storie e vite umane. Molti dei nostri
Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è stato condannato a 13 anni e due mesi di carcere per reati collegati a quell’attività di accoglienza e integrazione dei migranti divenuta un modello apprezzato in tutto il mondo, come scrive Domenico Gallo sul suo
“Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo” Lo aveva dichiarato, in un’intervista su Rai2, Jerry
Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato, componente del Collegio del Dottorato in “Diritti umani: evoluzione, tutela, limiti”, presso il Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università di Palermo, tra i fondatori dell’Associazione Diritti e Frontiere, ragiona sulla sentenza di proscioglimento del Senatore Salvini sul
Tutti insieme in una grande rete: associazioni, migranti, avventori, curiosi per celebrare quest’anno, dopo lo stop della pandemia, la giornata del rifugiato nel cortile della CGIL, in via Crociferi. Una manifestazione organizzata dalla Rete del rifugiato, che collega tra loro le
Centoventi morti nel Canale di Sicilia di cui (quasi) nessuno parla. Strano Paese, il nostro, nel quale solo le recenti polemiche calcistiche (il riferimento è alla vicenda della superlega) sono riuscite a strappare i titoli di testa alle notizie sulla pandemia. I
Con l’inizio della pandemia ci siamo ritrovati a dire spesso, come papa Francesco, di essere tutti “sulla stessa barca“. A distanza di un anno – a guardar bene – questa barca ha messo in risalto tante disuguaglianze. È di questi
Tutti nella neve, uomini donne, bambini, anche neonati, nel tentativo di sopravvivere e, appena possibile, attraversare il confine tra Bosnia e Croazia, perché entrare in Croazia significa entrare in Europa. La frontiera con l’Unione Europea è la meta, riuscire ad
Sono nati e/o cresciuti nel nostro paese ma non vengono riconosciuti come italiani. In Italia hanno studiato, ne parlano la lingua, hanno condiviso e condividono con i loro coetanei ‘italiani’ le esperienze, le difficoltà, i sogni, ma la loro inclusione sostanziale non
Offrire, alle persone migranti, consulenza medica e psicologica su salute sessuale e riproduttiva, oltre alla possibilità di fare test per HIV, HCV (epatite C) e gravidanza. Lo prevede il Progetto Pro Access di LILA Catania e UNHCR, che si è appena concluso.