Un fine settimana ‘cinematografico’ a San Berillo. Sabato 26 e domenica 27 settembre, due proiezioni (Political Control e Billo. Il grand Dakhaar) in via Ciancio e via Opificio, per incontrare le comunità nigeriane e senegalesi, insieme con i tanti cittadini catanesi presenti.
Nasce da una esperienza iniziata a Lampedusa il racconto che oggi vi presentiamo. Lo ha scritto Luisa Zappalà, giovane simpatizzante di Amnesty che si era recata sull’isola per un convegno organizzato dall’associazione. Laureata in giurisprudenza e interessata al tema dei diritti umani,
Un percorso in tre tappe che rappresentasse i momenti cruciali del cammino dei migranti: la partenza, il viaggio, l’arrivo. Lo hanno realizzato ieri, alla Plaja, coloro che -aderendo all’iniziativa nazionale della “marcia delle donne e degli uomini scalzi”- hanno voluto testimoniare o
Un altro sbarco a Catania, altri vivi da accogliere, altri morti da seppellire. Anzi no, solo morti da seppellire, perchè questa volta i migranti sono stati dirottati altrove e non c’è stato ‘bisogno’ di ammassarli in un palazzetto dello sport, come avvenuto
Una delegazione di parlamentari europei (Commissione Bilancio e Libertà Civili), la settimana scorsa, dopo aver visitato il Centro di primo soccorso ed accoglienza di Pozzallo, si è recata presso il CARA di Mineo. L’amministratore delegato della struttura (Roberto Roccuzzo) e il
Catania, ex Convento di Santa Chiara. Sono a buon punto i lavori di ristrutturazione per destinare i locali all’agenzia Frontex, per il coordinamento dell’operazione Triton. Un gruppo di antirazzisti catanesi il 20 giugno – Giornata mondiale del
Dovrebbero giocare e studiare e invece, spesso, svolgono quello che Save The children chiama “lavoro ingiusto”. Sono solo dei ragazzi che diventano preda di gente senza scrupoli. Lo sfruttamento del lavoro dei minori nel nostro territorio è una realtà molto diffusa e
“Se c’è qualcuno che pensa che le persone smetteranno di migrare perché si costruiscono muri più alti o ci si mettono sopra lame più affilate, vuol dire che non conosce la storia dei flussi migratori“. Queste parole di Tereza Vazaquez, membro della
Per le donne migranti la fuga non è solo, sfruttamento, fatica, stress fisico e psicologico, pericolo di perdere la vita, ma anche – e più spesso di quanto non si dica – violenza sessuale. Spesso arrivano sulle nostre coste incinte e avendo
Preferiscono andare incontro ad una morte possibile che accettare passivamente una morte certa. Perché? Da cosa scappano? Abbiamo scritto e detto più volte, dalla povertà, dalle guerre. Ma chi determina tutto ciò? Quali fattori hanno concorso e stanno concorrendo a