Un processo, quello a Mario Ciancio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che dovrebbe essere, vista l’importanza del personaggio, al centro dell’attenzione. Il dibattimento procede, invece, a fari spenti, come se alla Città non interessasse interrogarsi sulla propria storia. Per rompere
Integerrimo nell’analisi, severo nella ricerca della parola giusta e senza mai una di troppo, dotto e ricercato nello stile, “Eresie” è un piccolo libro che raccoglie gli articoli scritti per la rivista “Città d’utopia” da Giambattista Scidà, già presidente del tribunale per
Hanno voluto dare spazio anche ai miglioramenti, ai piccoli passi che fanno sperare in un graduale ritorno ad una festa più vicina alla tradizione e sottratta alle pratiche illegali, ma non hanno taciuto il permanere delle zone d’ombra e i molti interrogativi
Rinuncia al processo d’appello, revoca l’incarico al suo legale, l’ennesimo. Il processo a Loris Gagliano, assassino di Stefania Noce, la studentessa femminista di Licodia Eubea che diceva di amare, diventa un rompicapo giuridico, un “caso da settimana enigmistica del codice di procedura
Il suo motto era: “Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio” e ancora “La forza dell’uomo civile è la legge, quella del bruto e del mafioso la violenza fisica e morale”. Tra i numerosi sindacalisti (almeno 36) uccisi in Sicilia tra
Il teatro è bellissimo: blu come un sottomarino, così come l’hanno voluto i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile di Bicocca, un sottomarino perduto dentro un mare profondo, il resto del mondo lontano e dimenticato, lavato da tutta quell’acqua. Elvira Iovino del Centro Astalli
“Chi scriverebbe in un blog al quale non può accedere? Nell’era dei social network una cosa simile ci sembra sconcertante. Per chi invece internet non è autorizzato ad usarlo, la possibilità di avere uno ‘spiraglio’ di comunicazione è più che allettante. Si
Cosa si può fare dentro le mura di un carcere quando si ha la ‘fortuna’ di scontare la pena in una struttura che lascia spazio ad attività di tipo creativo? Molto più di quanto immaginate. In questo caso vi mostriamo il video
“Fava è stato ucciso dalla Città, una Città che marciva, che non gli perdonava di chiamare i boss boss e i mafiosi mafiosi, di denunciare i ‘cavalieri dell’apocalisse’ e la protezione di cui godevano da parte delle Istituzioni”. Così Francesco Merlo, nel corso
A 30 anni dalla morte di Giuseppe Fava, giornalista, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore siciliano, Argo ripropone un filmato quasi inedito, di cui solo una piccola parte è stata inserita nel docufilm “I ragazzi di Pippo Fava”. E’ il discorso fatto da Fava agli
Raccontano di case, cascine e castelli che erano abitati da assassini e hanno preso il nome delle loro vittime, Alessandra Coppola, giornalista del Corriere della Sera, e Ilaria Ramoni, avvocato esperto in legislazione antimafia, nel libro-inchiesta “Per il nostro bene”. “Casa Caponnetto,