Un processo, quello a Mario Ciancio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che dovrebbe essere, vista l’importanza del personaggio, al centro dell’attenzione. Il dibattimento procede, invece, a fari spenti, come se alla Città non interessasse interrogarsi sulla propria storia. Per rompere
Non è Catania il primo comune che si dota di un regolamento per l’assegnazione dei beni confiscati alla mafia, eppure in qualcosa la nostra città si è distinta. Da una parte il silenzio sul ruolo attivo svolto dalle associazioni antimafia e soprattutto
“V’ammazzu a tutta a famigghia, vi ni facemu scappari, v’abbruciu a casa, v’ata vinniri a casa!” Con queste e con altre ancor più colorite espressioni, alcuni membri della famiglia Testa, amministratori de ‘La Tortuga’ e loro sodali e parenti, hanno aggredito in
(cliccando sulle foto dei relatori si può ascoltare l’audio degli interventi) La particolare faccia della mafia a Catania, poco visibile e “ingrottata” nelle istituzioni ma che ha fatto scuola, “cattiva scuola”, accumulando ingenti ricchezze. Ne parla così Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di
Un grammo di cocaina si trova sul mercato per poche decine di euro, non sorprende quindi che un prezzo basso e una facile accessibilità abbiano fatto crescere anche a Catania il consumo di questa droga ‘performativa’, uno stimolante che migliora le prestazioni
I magistrati del Tribunale e della Prima Sezione Penale della Corte di Appello non hanno avuto dubbi. ‘La Tortuga’ ha violato le norme urbansitiche che regolano le ‘aree private vincolate‘, con la complicità ‘attiva’ di un dirigente comunale. E’ accaduto e accade
Olivette di sant’Agata e falafel, aceddu cu l’ova e maamul, buccellati e kataif. E’ stato così, cucinando dolci e altre ricette siciliane, egiziane, libanesi, che mondi diversi hanno provato ad incontrarsi, a mettere in comune non solo i propri piatti ma anche
“Le piste diverse da quelle della mafia sono state una vergogna”, così il Pm Gaetano Paci nella sua requisitoria sul delitto Rostagno. Una verità confermata, nel maggio 2014, dalla Corte d’Assise di Trapani che ha condannato all’ergastolo i mafiosi Vincenzo Virga e
Il mare e la navigazione a vela come occasione di crescita umana e psicologica, come esperienza di libertà e insieme di rigore, come momento di condivisione così formativo da potersi trasformare in uno strumento di riabilitazione per chi ha sbagliato e si
Ascoltare e raccogliere le esperienze di altre associazioni, ognuna con la propria identità, i propri riferimenti, le proprie competenze e passioni, essere il punto di coagulo di una rete in cui “le differenze diventano valore”. Questo è il cuore di ‘Libera, associazioni,
Vuole diventare magistrato, come Falcone, e ci riuscirà. Così ripudia il suo nome, Damiano, per adottare quello del giudice che lotta contro la mafia, Giovanni. Siamo a Catania nei primi anni Novanta, e vediamo la violenza dei mafiosi attraverso gli occhi di