Un processo, quello a Mario Ciancio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che dovrebbe essere, vista l’importanza del personaggio, al centro dell’attenzione. Il dibattimento procede, invece, a fari spenti, come se alla Città non interessasse interrogarsi sulla propria storia. Per rompere
In una realtà come la nostra, con un diffuso disagio socio-economico, quartieri degradati, mancanza di lavoro, le mafie trovano il terreno adatto per prosperare e riprodursi. Eppure non mancano esempi di grande umanità, testimonianze di impegno e passione educativa. Di queste contraddizioni
“Io ricordo quella storia come se fosse mia, come se al posto di quel ragazzo ci fossi stato io”. Con queste parole lo scrittore giornalista Luciano Mirone introduce il suo libro a fumetti uscito nel 2015, in cui racconta la storia del
Un processo, quello a Mario Ciancio, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che dovrebbe essere, vista l’importanza del personaggio, al centro dell’attenzione. Il dibattimento procede, invece, a fari spenti, come se alla Città non interessasse interrogarsi sulla propria storia. Per rompere
Proviamo a non far spegnere i riflettori sul processo Ciancio. Una Città che sceglie di dimenticare il suo passato, difficilmente riuscirà a costruire un futuro diverso, a liberarsi dell’eredità di un blocco di potere imprenditoriale, politico e mafioso, tenuto insieme proprio dal
“Gli sforzi europei per la ripresa dal Covid si concentrano sulle regioni più povere, come la Sicilia” nel tentativo di farle “salire di livello”, leggiamo su The Economist dello scorso 28 novembre: Sicily is desperate for the EU’s cash. L’articolo, che potete
A raccontare una città dominata dall’intreccio di imprenditoria, politica e criminalità organizzata, saldate insieme dal monoplio mediatico dell’editore Mario Ciancio Sanfilippo, è Antonio Fisichella nel suo “Una città in pugno. Informazione, affari, politica e mafia: Catania al tempo di Mario Ciancio. Una
55 litri di olio da 461 chili di olive. Numeri che fanno notizia, stiamo parlando, infatti, di olive raccolte in contrada Alcovia (Palagonia) in agrumeti confiscati alla mafia. Anzi, per essere più precisi, trovate già raccolte. Proviamo a ricostruire l’accaduto. Per più
“La nostra mafia che ormai non ha più quella sensibilità e quel coraggio che aveva prima. Dove sono? non esiste più perché noi la stiamo completamente eliminando. Nessuno ha più il coraggio di difendere il
“Tu hai denunciato e quelli che stanno in galera siamo noi!”, così dice Mirko Monti al padre Michele, un imprenditore siciliano che ha denunciato i suoi estortori. Sono parole che ben sintetizzano la condizione paradossale dei testimoni di giustizia. A raccontare questa
Capire meglio quello che è accaduto in passato, per imparare a leggere cosa accade ogni giorno sotto i nostri occhi. E per assumere degli impegni che ci consentano di cambiare le cose, con il coinvolgimento delle giovani generazioni. Così Adriana Laudani, presidente