La Palestina torna a bruciare, sono esplosi i ‘giorni della collera‘ dopo l’annuncio dell’amministrazione Trump di voler riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele. Si torna a parlare di morti e feriti, di razzi e raid aerei, e dietro il racconto dei fatti
Ci uniamo alla proposta dei movimenti non violenti che invitano a ripensare la ricorrenza del quattro novembre, anniversario della fine della “inutile strage” che è stata la prima guerra mondiale: porre fine alle “ipocrite celebrazioni dei poteri armati” e sostenere la Campagna
Nel contesto della crisi medio-orientale è di recente emersa una contrapposizione fra Arabia Saudita ed Israele, da una parte, ed il Qatar dall’altra sul tipo di informazione fornito dalla testata Al Jazeera. Abbiamo avuto l’opportunità di porre alcune domande ad un
“Ritenere che la guerra possa portare alla giustizia e alla pace è fuori dalla ragione – alienum a ratione”, così leggiamo nella enciclica Pacem in Terris di Giovanni XXIII. ‘Roba da matti’, insomma, per usare le parole di don Tonino Bello. Appare
Una biblioteca a disposizione dei rifugiati, nel centro di Atene, negli stessi locali in cui donne e bambini provenienti da Siria e Afghanistan sono ospitati in cinque appartamenti. Di questa esperienza, nata grazie ad una associazione greca di donne di varie nazionalità
Raccontare un’esperienza con l’obiettivo di rendere giustizia a quelle popolazioni che chiedono non aiuti in denaro ma di parlare al mondo intero, di informare il maggior numero di persone di quello che accade in Palestina, della politica di apartheid perpetrata dal governo
“Sono cresciuta circondata da 32 mamme e altrettanti papà”. Ha esordito così Ezel Alcu, dando inizio ad un incontro promosso venerdì 16 giugno dai Catanesi solidali con la Resistenza curda. Ezel è una rappresentante del movimento delle donne curde in Italia; il
Una ‘guerra mondiale a pezzetti’ alla quale assistiamo con vergognosa indifferenza, una carneficina spaventosa che insanguina oggi il mondo senza che il movimento per la pace opponga altro che un “quasi silenzio”. Sono sdegnate e impietose le parole di Alex Zanotelli, il
Uno sciopero della fame per la libertà e la dignità. Lo hanno proclamato solo qualche giorno fa 2000 palestinesi, prigionieri nelle carceri israeliane di Gilboa, Hadarim, Askelon, Kziot, Nafha, Ramon. La notizia e’ rimbalzata in Sicilia grazie anche
Un botto di soldi per la difesa militare iper-armata, qualche briciola per la cosiddetta “difesa non armata della Patria”, vale a dire il servizio civile. Il 15 febbraio sono stati diffusi i dati dell’Osservatorio italiano sulle spese militari, con le cifre stratosferiche