Itis Galileo, lo spettacolo di Marco Paolini, che ne è anche autore assieme a Francesco Niccolini, portato in scena di recente al Teatro Ambasciatori di Catania, ha avuto questo innegabile pregio: dell’uomo Galileo, assurto a simbolo della vittoria della modernità sull’oscurantismo dei
Sant’Agata secondo Antonio Squeo. Mostra fotografica fino al 7 febbraio 2011 presso la Libreria Voltapagina – Cappella Ventimiglia / Via F. Crispi, 235 – Catania – ingresso libero
“L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all’intelligenza e la
Chi non ha vissuto l’esperienza di uno studio della storia fatto di date, nomi e nozioni, buoni al massimo per andare a Rischiatutto o per mettere crocette sugli stupidi test di cultura generale dei concorsi pubblici? Ma è possibile studiare la storia
“Comunicare la notizia ma anche l’emozione”. Era questo lo stile de L’Ora, la cifra del successo del quotidiano palermitano del pomeriggio che, nato nel 900 con i Florio, poco prima delle stragi, a maggio del 92, chiuse i battenti. Adesso la gloriosa testata
Il primo evento organizzato presso La Feltrinelli di Catania è stato intensamente locale, catanese macca liotru: giovedì 7 gennaio si è tenuta la presentazione del bel libro di Massimo Gamba “Il Siciliano, Giuseppe Fava antieroe contro la mafia”, edito da Sperling e
Era la sera del 5 gennaio del 1984 quando i sicari del clan Santapaola-Ercolano uccidevano con cinque colpi di pistola alla nuca il giornalista e scrittore Pippo Fava. Fava aveva appena lasciato la redazione de I siciliani, il mensile da lui fondato
A giorni saranno tredici anni dalla morte di Danilo Dolci, siciliano d’adozione e profeta della non violenza. Citiamo per l’occasione qualche pagina del testo Il potere e l’acqua (Melampo editore, 2010), in cui sono raccolti degli scritti inediti di Dolci, a cura
“Evadere dall’evasione”, questo il fortunato slogan coniato dai fondatori di Cantacronache (M.L. Straniero, impiegato della RAI, F. Amodei, architetto e E. Jona, avvocato), un gruppo di giovani intellettuali che nel 1957 a Torino, nella città, cioè, di Pavese, Einaudi, Calvino, Mila, maturarono
“Hanno ammazzato compare Turiddu”, la battuta conclusiva della Cavalleria Rusticana, non più gridata ma ripetuta sottovoce con uno stentato balbettio da un personaggio apparentemente minore, dà la cifra della originalità di questa rappresentazione della ‘Cavalleria rusticana’ di G. Verga, spettacolo che ha