L’occupazione del Cinema Minerva, avvenuta il 6 gennaio 2010, nonostante fosse proprietà privata, e non del Comune di Catania, (che lo ha tenuto in affitto per 10 anni e utilizzato come deposito di materiale tecnico!), ha per noi un preciso significato politico:
1) Denunciare lo stato di abbandono strutturale del quartiere Antico Corso con motivazioni diverse e molto spesso funzionali ad alimentare la bolla speculativa immobiliare in questa città che si ripercuote su tutti i cittadini. Non è un caso che, ormai da anni, assistiamo e denunciamo lo stato fatiscente di molti immobili che creano pessime condizioni di vita e emarginazione sociale. Infatti, molti immobili, prima abitati da famiglie, oggi vengono affittati in nero in condizioni disumane a chi già vive in uno stato di emarginazione sociale perché senza lavoro e migrante. Uno stato di sfruttamento vile e meschino.
2) Per noi l’occupazione è uno strumento di denuncia politica e non ci scandalizziamo della violazione della proprietà privata quando questa contribuisce al degrado di questa città. Siamo stanchi di vedere trasformati luoghi prestigiosi per la città in outlet o McDonald’s, siamo stanchi di vedere come l’unica proposta culturale, che questa città propone, siano i centri commerciali naturali o innaturali, i centri scommesse, etc..
Allora è compito del Comune di Catania recuperare questi luoghi importanti della città e aprirli alla città stessa. Invece, assistiamo all’abbandono di luoghi come il cinema Minerva che troppi anni orsono era uno dei polmoni culturali della città, una città che non riesce ad offrire soluzioni per alcuna proposta culturale e dove è impossibile dar spazio al teatro, ai cineforum o cinema d’essai, ect, ect, ect. Perché pagare l’affitto per 10 anni di un cinema e utilizzarlo come deposito? E gli affitti d’oro per la scuola Andrea Doria? L’istituto d’arte? E la ludoteca in via plebiscito, di proprietà di un privato, affittata e non utilizzata?
Ecco perché non ci scandalizziamo, ecco perché questa falsa indignazione da parte di chi, in questi giorni, ha evidenziato il nostro “errore” sull’occupazione di uno spazio privato, ci sembra strumentale.
Il Centro Popolare Experia il 30 ottobre è stato sgomberato con l’unico obiettivo di cancellare e criminalizzare la nostra esperienza che , insieme a poche altre- come il Gapa e Iqbal Mashi-, in città è espressione culturale, politica e di aggregazione diametralmente opposta a quella espressa da 15 anni dal ceto politico catanese che governa questa città.
3) Con l’occupazione del cinema Minerva volevamo mandare un messaggio all’ Arch. Campo, ex sovrintendente ai Beni Culturali di Catania, che ha organizzato e assunto la responsabilità dello sgombero del 30 ottobre: non è necessario costruire un nuovo teatrino in quartiere (come da sue intenzioni di ristrutturazione del Centro Popolare), esiste già il cinema Minerva, cui il Comune ha per ben 10 anni pagato un lauto affitto.
4) Infine, denunciamo l’utilizzo di ben 47.760 mila euro (stanziati a preventivo il 31/7/09 ma sicuramente spesi molti di più) per effettuare opere di presidi antintrusione e di sicurezza per inibire l’accesso nell’immobile del Centro Popolare Experia. Soldi pubblici, utilizzabili per realizzare opere ben più meritevoli in quartiere o per tenere aperti beni archeologici e storici già a disposizione della città.
Questa mattina, 9 gennaio 2010, si è svolta una conferenza stampa, dopo la quale il cinema Minerva è stato ripulito e richiuso, ponendo fine a questa occupazione. Le chiavi del lucchetto, da noi utilizzato in queste due sere per chiudere il portone, sono state consegnate dal nostro avvocato ai proprietari.
Centro Popolare Experia
www.senzapadroni.org
Catania, 9 gennaio 2010
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