Progettazione e realizzazione della stazione marittima più l’affidamento di ben 44 servizi portuali di interesse generale. Questo l’oggetto del bando di concessione in project financing emanato, per Catania ed Augusta, dall’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale.
Non sono bazzecole. Parliamo di un importo a base d’asta di quasi 500 milioni di euro e di una concessione della durata di 25 anni.
A presentare un’offerta è stato soltanto il raggruppamento di imprese “PPP Sicilia Orientale”, con capofila “Operazioni e Servizi Portuali Palermo Srl”, più due società catanesi e due augustane. Lo stesso soggetto che aveva proposto il projetct financing.
A sentirsi tagliata fuori dall’affidamento di tutti i servizi portuali ad un unico soggetto è stata la società cooperativa Eco Tourist, che a Catania gestiva alcuni parcheggi. La società ha, quindi, consegnato le carte a due studi legali, uno civile ed uno penale, e all’Osservatorio sulla pubblica amministrazione, coinvolgendo anche alcuni consiglieri comunali che si sono intestati la battaglia, Serena Spoto del Mpa, Maurizio Caserta del PD e Graziano Bonaccorsi del M5S, che si è fatto carico di organizzare la Conferenza stampa di lunedì scorso a Palazzo degli elefanti.
E’ stata l’avvocata Annalisa Capizzi a spiegare le gravi criticità riscontrate nella disciplina di gara, poi confermate in gran parte dall’Anac, a cui è stato inviato un esposto. L’indagine avviata dall’Autorità anticorruzione, durata un anno, ha richiesto anche un “accesso ispettivo” di tre giorni presso la sede dell’ente concedente (Autorità di sistema portuale-ADSP) e si è conclusa con una delibera che qui alleghiamo.
Tra le criticità rilevate, l’errata determinazione del valore della concessione, indicato dall’ADSP in 176 milioni di euro contro un ammontare reale di più di 466 milioni. Quanto ai documenti di gara, mancava la richiesta dei requisiti previsti dalla legge, sia di carattere economico sia di capacità tecnica e organizzativa. Requisiti che avrebbero dovuti esserci, “proporzionati e attinenti” ai servizi da fornire, “non potendosi consentire l’affidamento di commesse pubbliche a soggetti sprovvisti delle necessarie competenza”, come leggiamo nel documento dell’Anac.
La mancanza di questi requisiti – ha affermato Capizzi – “pregiudica non solo l’interesse degli altri operatori economici, ma anche quello della Pubblica Amministrazione, che deve valutare l’offerta migliore aprendo alla concorrenza”. Se, infatti, non c’è concorrenza, non si può valutare “cosa sia migliore rispetto a quello che viene proposto”.
Di elementi che “integrano ipotesi di reato” ha parlato l’avvocata penalista Vanessa De Santis, spiegando così la presentazione di due esposti, alla Procura di Catania e a quella di Siracusa, per chiedere l’accertamento di eventuali responsabilità penali.
La gravità della situazione è dovuta anche alla mancanza di trasparenza. Ugo Perrone, presidente dell’Osservatorio sulla PA, ha parlato di “procedura condotta in assenza di dibattito pubblico e senza la partecipazione degli organi istituzionali della città”.
Di trasparenza così come di concorrenza e apertura del mercato “per garantire una efficiente allocazione delle risorse e una migliore realizzazione dell’interesse pubblico” parla anche l’Anac, che rimette alla discrezionale valutazione dell’Autorità Portuale la misura più opportuna da adottare, “ivi incluso l’annullamento in autotutela della procedura di affidamento”. Un consiglio più che un’imposizione, ma con l’avviso che la “reiterazione delle violazioni accertate può dar luogo all’attivazione dei poteri di cui all’art 220 co.3 del dlgs 36/2023”.
La delibera dell’Anac, che risale al dicembre del 2024, dava all’ADSP 30 giorni per assumere le determinazioni necessarie. Il tempo trascorso è molto di più ma la situazione resta poco chiara. Dalla stampa si apprende che il ritiro in autotutela c’è stato, ma sul sito dell’ADSP non è apparso ancora nulla.
La trasparenza, da parte dell’ente, continua a latitare. In questo caso, forse aleggia lo spettro di eventuali richieste di risarcimento da parte della società interessata. Più in generale perché la documentazione ufficiale rimane on line molto meno di quanto previsto dalla legge. Tanto che il bando in questione, che risale al 2023, non è più presente sul sito dell’Autorità Portuale.
A Catania si sta muovendo il consiglio comunale. Dopo una interrogazione di Spoto, rimasta senza risposta, c’è stata una mozione votata anche dalla maggioranza. Ad Augusta, come testimonia la consigliera Milena Contento, la posizione del consiglio è stata molto meno coraggiosa.
Tenere gli occhi aperti e continuare a monitorare la situazione è il minimo che si possa fare. E non solo su questo affidamento. Basti pensare alle questioni ambientali ed urbanistiche legate alla proposta di ampliamento, a sud e a nord. E alla spada di Damocle del caso Tood’s.
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