Scintille martedì 3 dicembre durante il Consiglio Comunale riunito per “determinazioni” sul “progetto di aggiornamento Master plan al 2030 dell’Aeroporto di Catania Fontanarossa Vincenzo Bellini”.
A sottoporre al Consiglio una proposta di deliberazione è il direttore della Direzione Urbanistica, ingegnere Biagio Bisignani. Il documento è lungo sei pagine, con premesse altisonanti sull’inclusione di Catania tra gli aeroporti strategici, sul traffico di passeggeri in costante crescita e sulla necessità di adeguare le strutture aeroportuali. Da qui la necessità di una nuova pista lunga 3.000 metri, di una ristrutturazione del teminal C, della realizzazione di due nuovi terminal, nonché di altre strutture e parcheggi.
Il direttore dell’Urbanistica, che probabilmente teme attacchi sulla conformità urbanistica, ribadisce più volte che un progetto come questo, “strategico” e di “interesse statale”, può non essere conforme alle prescrizioni e ai vincoli dei piani urbanistici. E, in conclusione, chiede al Consiglio Comunale “un’approvazione in variante”.
Forse non immagina nemmeno che a metterlo in difficoltà sarà l’articolo 7 della Legge Regionale n.65 del 1981, da lui stesso più volte citato nella proposta di delibera.
A fare scoppiare il caso è il Consigliere Graziano Bonaccorsi del M5Stelle, che non intende votare una delibera che ritiene “irregolare” e presenta una Pregiudiziale.
Il termine sembra difficile ma la questione è semplice: prima di entrare nel merito del progetto, di discutere della sua utilità e necessità, è necessario risolvere una problema di procedura.
Come afferma proprio l’articolo 7 della legge 65/1981, non compete al Consiglio Comunale approvare un progetto che, come tutte le opere pubbliche in variante agli strumenti urbanistici, va approvato dagli organi regionali competenti. Il Consiglio Comunale è chiamato soltanto ad esprimere un parere “a mezzo di delibera”.
Di più. Se il Consiglio Comunale approvasse il progetto, si configurerebbe un “eccesso di potere” da parte del Consiglio e un potenziale vizio di legittimità dell’atto deliberativo, che la Regione Siciliana potrebbe invalidare, considerando viziato l’intero iter procedurale.
A difesa della legittimità della delibera scende in campo non solo il direttore Bisignani ma anche l’assessore e vicesindaco La Greca, forte delle sue competenze di professore ordinario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica. Provano entrambi a mettere in confusione Bonaccorsi facendo pesare la loro preparazione tecnica.
Eppure il testo stesso della proposta di delibera aveva già al proprio interno espliciti riferimenti al ruolo effettivo del Consiglio Comunale nei “procedimenti necessari a realizzare un’opera di interesse statale o regionale in variante alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”. A pag.5, ad esempio, leggiamo: “preso atto che il parere previsto dall’art.7 della legge 65/81 deve essere rilasciato dal CC entro 45 giorni”. E, nella stessa pagina si parla di questo tipo di progetti come “autorizzati dall’Assessore regionale al territorio e ambiente sentiti il Consiglio regionale … e i comuni interessati”.
La contraddizione con la richiesta di un voto di approvazione è evidente, e i tetativi di giustificare la richiesta incomprensibili.
A chiudere la partita a vantaggio di Bonaccorsi sarà la segretaria comunale, Rossana Manno, sulla quale ricadrebbe la responsabilità di un atto illegittimo. Dichiara che, essendo in effetti presenti profili di illegittimità, l’amministrazione proporrà un emendamento per modificare l’oggetto e il dispositivo della delibera. E questo viene votato, approvando il rilascio di un parere e dando “il via libera al nuovo Masterplan dell’aeroporto”, come titola il Comunicato pubblicato sul sito del Comune.
Che sia prevalsa – da parte della Giunta- l’incompetenza o l’arroganza, non sappiamo. In ogni caso c’è da essere molto preoccupati.
Restano ancora aperte le questioni relative agli espropri delle aree interessate all’intervento. Alcune di queste aree corrispondono ad edifici di edilizia popolare del quartiere San Maria Goretti, oggi abitati da assegnatari, alcuni dei quali hanno già riscattato le loro abitazioni divenendone legittimi proprietari.
Come evidenziato da Bonaccorsi nel suo intervento, l’Amministrazione non ha ancora chiarito quanti e quali siano gli edifici interessati all’esproprio, lasciando le famiglie di quell’area in una situzione di estrema incertezza. Nè ha provveduto a formulare un programma sui tempi e sui modi di questi espropri. Un apiano certamente non sostituibile da quel ‘accompagnamento sociale’ inserito nella delibera e votato in aula.
A parte una specie di nebulosità che avvolge l’argomento trattato, almeno per i non addetti ai lavori, io voglio chiedermi un’ altra cosa: che fine hanno fatto tutti i progetti del pnrr che dovevano già partire alla fine di quest’anno nella città di Catania, la nostra cioè.
C’è il rischio, come da me paventato, che questi progetti perderanno il finanziamento?
In tutta la regione questo sta accadendo per manifesta incapacità politico amministrativa, è anche il caso di Catania?
il contenuto del Materplan può essere sfuggente perchè non ne conosciamo bene tutti gli aspetti, ma il fatto che un direttore proponga una delibera senza conoscere bene la procedura e attribuisca al Comune poteri che non ha, mi sembra molto concreto e molto preoccupante.
l’ingegnere Biagio Bisignani è un personaggio molto strano e preoccupante .Dispone a piacimento e non conosce limiti ai suoi poteri di intervento. Calpasta le leggi e magari non le conosce ma dispone di ampi poteri. Perchè? L’imprenditoria del mattone può tranquillamente sperare nella possibilità di fare profitti a scapito dell’interesse comune o pubblico che dir si voglia. Il BENE COMUNE è ignorato da questa genia di amministratori che governano le città e l’Italia intera. Non ci sono soggetti che li possono o li vogliono contrastare. Grazie ai soggetti del tipo Bisignani il fine del profitto ad ogni costo può essere raggiounto.