Chiesa del SS. Crocifisso della Buona Morte, piazza Giovanni Falcone, San Berillo. Pippo Gliozzo ha lasciato il posto (di parroco) a Piero Belluso, ma alla messa parrocchiale sono sempre presenti le persone semplici del posto, insieme ai ‘parrocchiani’ d’adozione che vengono da tante altre parti della città (e anche da fuori città) proprio perché lì hanno trovato un clima autentico dal punto di vista umano e cristiano.
Nino Bellia, che spesso collabora con Argo, ci fa conoscere meglio questa comunità raccontandocene, con affettuoso umorismo, un piccolo spaccato.
E’ come nelle gare, che al segnale convenuto gli atleti scattano sulle proprie corsìe. La domenica mattina, nel bel mezzo della messa delle 10 al Crocifisso della Buona Morte, il botto di uno starter, tanto invisibile quanto inudibile dai più, si confonde con le note finali del canto offertoriale.
E così, quando tutti gli altri fedeli sono già tornati ai loro posti, ecco che arriva. Arriva? o parte? Quanto potrà distare la panca dall’altare? Quindici? venti metri? Eppure, per l’ultranovantenne signor Aloisi il tempo fino al traguardo sembra quello di una maratona.
Una gara lunga. Forse, lunga una vita intera. Alla sua età si sta fuori dalla fila. Nessuno davanti, tutt’al più qualcuno di fianco. Mentre Padre Piero attacca il prefazio, il signor Rodolfo, tra gli sguardi interrogativi degli astanti, fa la sua apparizione, in marcia solitaria tra le panche a semicerchio, come su un’arena vuota.
Con la camicia gialla, appoggiandosi al bastone, avanza sul pavimento lucido e liscio della chiesa, senza sollevare i tacchi. I passi scivolano con l’andamento lento, trascinato e trascinante di un moon walk. Finalmente, giunto in prossimità del cestino ai piedi dell’altare, lancia senza mirare il suo obolo dall’alto. E immancabilmente, anche stavolta, centra il canestro.
Chi sorride, chi si commuove, chi trepida per un’eventuale, imprevedibile impennata del ritmo. Oramai l’approdo, pure quello di ritorno, è guadagnato. Rodolfo Aloisi si siede sulla sua panca e aspetta gli sviluppi della celebrazione.
E se qualcuno, per evitargli la fatica del tragitto, si propone al posto suo per la consegna della prossima offerta, lui lo guarda di sottecchi. E dice: “Sicuru ca non si ‘i teni lei?”
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