Pubblichiamo oggi un’analisi proposta da Officina Democratica, circolo tematico del PD che, insieme al candidato sindaco, oggi consigliere comunale, Maurizio Caserta, sta lavorando per generare idee, proposte, azioni politiche relative ai problemi della città. Ne è portavoce la giovane avvocata Giulia De Iorio.
CATANIA E IL SUO PRESENTE
Riflessioni politiche di Officina Democratica
Se il governo nazionale appare in seria sofferenza, la giunta comunale di Catania non sta messa meglio. Anch’essa supererà con grande difficoltà l’inverno e forse non arriverà alla fine della sindacatura.
Ma non cadrà per colpa dei partiti avversi, degli “incivili” o delle lotte interne alla maggioranza. Questa giunta è e sarà in difficoltà esclusivamente per sue responsabilità.
1. Il piccolo Trant ha puntato tutto sulla cosmesi delle piazze, in alcuni casi trascurando del tutto la mobilità e la necessaria dotazione di parcheggi per le aree pedonalizzate. Nulla ha fatto e nulla ha in programma per il servizio di trasporto pubblico. Questo, peraltro, è gestito da un “vertice” contestato profondamente dai dipendenti dell’azienda e portatore di insuccessi straordinari.
Risultato: piazze inaccessibili ai non abili, ristoranti e attività commerciali penalizzate (nonostante le frottole raccontate in consiglio comunale), dispendio di risorse finanziarie che potevano essere dedicate a concreti interventi, ove il comune è invece del tutto assente. Stendiamo un velo pietoso sull’intero sistema della partecipate e le relative lotte di potere (che invece interessano molto la giunta e la maggioranza).
2. Sotto gli occhi di tutti, il tema dei rifiuti, degli sversamenti incontrollati di liquami a mare e dell’inquinamento atmosferico; quest’ultimo problema era già endemico a causa del traffico urbano, e viene oggi acuito dalle polveri sottili della cenere mal raccolta e mai raccolta. Per ciascun aspetto dei citati disagi ambientali, la giunta si ritrova senza alcuna pianificazione (basti leggere il programma elettorale e gli impegni assunti pubblicamente) ed è tradita da un governo regionale “amico”, ma insipiente e inconcludente, privo di qualsivoglia programma e, di fatto, di qualsivoglia iniziativa di prospettiva.
Il termovalorizzatore (la cui funzionalità è in contrasto con gli obiettivi di una redditizia raccolta differenziata) non si vedrà per anni, e i rifiuti dalla Sicilia vanno a spasso per la Scandinavia e per la Turchia. La giunta ha già provveduto a far approvare la possibilità di aumentare la Tari, perché i costi di trasporto e smaltimento all’estero sono enormi. Stendiamo un velo pietoso sui soldi spesi per campagne di “sensibilizzazione”, propagandistiche e sostanzialmente inutili (campagne peraltro già comprese negli oneri delle aziende deputate alla raccolta dei rifiuti e che sarebbero dovute essere quindi gratuite).
3. Le periferie sono del tutto dimenticate. L’edilizia residenziale di proprietà comunale sta cadendo a pezzi (si veda viale Moncada a Librino), perché il comune di Catania non ha fatto ricorso ai finanziamenti per la manutenzione, che invece lo IACP ha utilmente richiesto e ottenuto.
L’abbandono scolastico e la povertà educativa hanno raggiunto livelli da terzo mondo, acuendo il disagio e le devianze giovanili. Manca del tutto una programmazione che miri a costituire comunità educanti forti e ben coordinate: le iniziative sono contingenti e limitate a singoli finanziamenti di corto respiro. Nessun interesse per migliorare l’offerta di tempo prolungato nelle scuole, perché il comune di Catania non ha fatto ricorso ai finanziamenti per aumentare le mense, che invece molti altri comuni della provincia hanno richiesto ed ottenuto.
La presunta “riforestazione” delle aree brulle e abbandonate, e l’aumento di verde pubblico sono fallimenti anche economici, dovuti alla assoluta incapacità di prevedere e predisporre quanto necessario alle esigenze vegetative delle piante messe a dimora, e di conseguenza morte giovani.
4. La programmazione urbana è inesistente, a causa della consolidata abitudine di intervenire per varianti locali al piano regolatore, piuttosto che rivedere organicamente il modo in cui la città deve riqualificarsi, per mezzo di una oculata e sostenibile pianificazione territoriale, edilizia e viaria.
Enormi dubbi di correttezza circondano i criteri con cui vengono rilasciate licenze “ad hoc”, per realizzare centri commerciali e supermercati, che fanno di Catania la città italiana con la maggior densità di aree dedicate alle attività di grande vendita, riducendo progressivamente la sopravvivenza dei negozi di prossimità.
Stendiamo un velo pietoso sulle vicende di improbabili piste ciclabili, realizzate e realizzande, riducendo le carreggiate stradali e senza aver risolto il problema delle interferenze localizzate con il traffico veicolare: soldi spesi solo perché erano da spendere; un modo fine a sé stesso di mettere temporaneamente in giro flussi di denaro.
Totale. La giunta di Catania è in difficoltà perché impegnata in progetti inutili e improduttivi; fortemente osteggiati da quei cittadini dimenticati, che non abitano nel triangolo “duomo-santa maria di gesù- europa” (e anche gli altri, giorno dopo giorno, cominciano a capire in quali mani sono finiti).
La maggioranza al consiglio comunale ha dovuto subire (quasi) in silenzio le decisioni prese nelle “segrete stanze”, non avendo potuto direzionare al meglio il poco o nulla fatto per la collettività e le sue emergenze. Nulla per la sanità locale (nonostante le roboanti promesse elettorali: “Catania hub della salute”), molto poco per la sicurezza, poco e male per la coesione sociale e il welfare locale. Del tutto assente una previsione a medio termine per uscire dalla condizione di dissesto finanziario e non rientrarvi subito dopo. Si è pensato solo a ingigantire l’immagine pubblica del “Principe”. Ora, i nodi stanno venendo al pettine.
30/08/2024
Officina democratica – Circolo tematico PD Catania, via Savoia 19 (officinademocratica.pd.ct@gmail.com)
Ottima analisi. Complimenti a Officina Democratica, a Maurizio Caserta e a Giulia De Iorio. In base all’esperienza maturata insieme all’Osservatorio Urbano e Laboratorio Politico per Catania (OULP), in gran parte concentrata sul recupero di tanti giovani migranti lasciati allo sbando e alla mercè di droga, spaccio e spacciatori, aggiungo che la situazione di San Berillo, quartiere da rilanciare e risanare, è stata totalmente e volutamente trascurata,. E ciò, nonostante l’impegno di cittadini e associazioni, che avrebbero potuto e potrebbero ancora costituire validissimi interlocutori e collaboratori per l’Amministrazione. Tutto rinviato al, forse, imminente inizio dei lavori finanziati coi fondi dei PNRR. Per Catania un’occasione perduta di emancipazione e di civiltà per il futuro…O siamo ancora in tempo?
Mi congratulo con Officina Democratica, con l’avvocato Giulia De Iorio e con Il professor Caserta.
Analisi non avrebbe potuto essere più’ chiara pur nella sua forma garbata che rifugge dalla violenza verbale, ma dice.
Aggiungerei la notazione sull’uso distorto del Giardino Bellini, scippato ai cittadini proprio nei pomeriggi e nelle sere dell’estate torrida per riservarlo ai concerti a pagamento . Se non bastasse lo stato di degrado del lo stesso Giardino aggravato dalla scarsissima qualità’ dei pochi interventi che si vedono realizzare sul l’apparato del verde.
…sempre maggiore sgomento. Da qualsiasi parte ci giriamo è il baratro, pressapochismo,culto dell’immagine, arroganza e falsità caratterizzano il modus vivendi di chi ci governa a livello nazionale, regionale e locale.
Il mio sogno? Che possiamo ” aprire gli occhi” almeno per vedere precipitare gli artefici di questo sfacelo, nel baratro che si stanno scavando con le loro mani e non vorrei trovarli neanche sottoterra come concime per nuove vite.
Ma se davvero volete fare del bene, analizzate ogni punto, dalla propria storia.
Non c’è punto di questo articolo (e dei suoi commenti) che non sia stato trattato in maniera faziosa, superficiale, generalista, a scopo meramente politico e per questo inutile e non incisivo sul bene comune. State facendo lo stesso gioco.
Sarà osannato dai soliti di una fazione e non costituirà alcuna utilità alla società civile.
Argo, permettetemelo, siete molto bravi nelle inchieste, vi seguo per questo.
Lasciarsi andare a sterili lamentele non dovrebbe appartenervi, a mio modestissimo e inutile parere.
La corretta e costante informazione può avere l’effetto importantissimo di creare una “cittadinanza attiva consapevole” che si potrà manifestare nella sua positività quando i cittadini sono chiamati alle urne.
Al di là delle parole contano infatti:sono quelli che impattano sulla vita quotidiana dei cittadini di Catania.
Ottimo articolo.
A mio modesto parere l’Italia è un Paese obsoleto, senza slancio, senza idee.
Che cosa sarebbe cambiato a Catania se invece di una giunta di destra ci fosse stata una giunta di sinistra: niente oltre dei piccoli provvedimenti dettati dall’ ideologia e che non avrebbero cambiato la sostanza delle cose nella città.
Certo una giunta con maggioranza alta, un governo regionale amico, un governo nazionale amico, tanti soldi da spendere come mai è capitato, dico una giunta nata con tutti i migliori auspici nella realizzazione di opere importanti e, fino a ora, così inconcludente, significa che questo Paese è ormai fallito burocraticamente, amministrativamente, politicamente.
Questo è un Paese da rifondare perché non permette più di governare. A qualunque livello dell’ Amministrazione.
Il PD a Catania, mah, ha un solo consigliere, con questo qualche altro di altri schieramenti che opposizione rappresentano. Poco ma sufficiente per chiedere, chiedere, chiedere che fine hanno fatto i soldi del PNRR. Almeno questo potrebbero farlo. Per il resto qui la politica ragiona come sessanta anni fa, cinque chili di pasta e me frati, e su questo gli schieramenti sono sempre stati uguali.
Sembrerebbe che Lei non segua le vicende politiche nel concreto, né osserva le sedute del Consiglio Comunale, che pure sono trasmesse in diretta TV. Di ciascun punto trattato è possibile ritrovare i riferimenti concreti. Questi evidentemente non possono essere citati in un documento di sintesi, che diverrebbe altrimenti lungo e di ardua lettura. Dati, importi, programmazione e osservazioni a vario titolo avanzate e discusse, sono tutti reperibili anche a mezzo stampa, oltre che nei siti istituzionali o nei verbali del Consiglio.
Si potrebbero prendere questi stessi temi e riproporlo per gli anni di sindacatura di Bianco o qualsivoglia altra degli ultimi 20 anni.
Perché o sono temi strutturali o sono temi affrontati male.
Ma il fatto che siano strutturali è molto incisivo: il tema dei rifiuti è legato alla regione, come quello dei trasporti.
Per il resto, un’analisi che commenta senza analizzare e semplifica dove fa comodo non mi sembra una buona analisi.
Sono commenti da politicanti che cercano consenso.
Soprattutto nel criticare la mancanza di una visione non ne propone una.
Officina Democratica ha perfettamente ragione ed ha omesso altri fattori ancora più gravi, Che questa giunta da 7 anni faccia solo danni e abbia una visione della verità tutta sua non è storia nuova. Ma giustamente è stato fatto notare se vincevano le opposizioni che cambiava, poco o niente, a parte una ristretta minoranza di persone capaci le dirigenze sono impreparate e divise. Le battaglie negli ultimi due anni le ho fatte da solo con insulti da entrambe le parti, ed anche qualche schiaffone dai bruti delle periferie, ma ciò non cambia il mio modo di fare politica, la sinistra o diciamo l’opposizione è tutta chiacchera e fatti zero, in questura ci sono andato da solo non i 5S dalla GF ci sono andato da solo non il PD, per il mancato pagamento dei bollettini all’erario ci sono andato io, alla Sidra ci sono andato io, all’ufficio del lavoro ci sono andato io, ovviamente da solo posso ottenere poco, ma se gli altri non muovono il bacino almeno io devo essere a posto con la mia coscienza sono 40 anni che faccio politica soprattutto all’estero e non sono abituato a parlare e soprattutto con l’età il tempo da perdere diminuisce. Volete cambiare la città, sporcatevi le mani, ribellatevi, dite di NO. 7 anni di nulla e perdere le elezioni sia amministrative che europee la dice lunga sulla qualità della dirigenza locale, parlano i fatti ed è tempo di cambiare radicalmente la politica siciliana
Condivido l’analisi riportata nell’articolo, perché rispecchia, a mio modo di vedere, la concreta valutazione dell’operato dell’amministrazione e coincide, in buona parte, con l’iniziativa pubblica che l’associazione di cui faccio parte intende attuare a breve, auspicabilmente con l’adesione di molte altre componenti delle società civile. Infatti, credo che sia necessario verificare cosa abbia fatto la nuova Giunta in questo anno e mezzo circa e che sia diritto di ogni cittadino sapere dalla Giunta quale idea di città intende attuare per Catania, tenuto conto che ad oggi, non mi risulta che la abbia resa nota alla città e condivisa con essa. Purtroppo, è questa è altra nota negativa, al di là di demagogici proclami elettorali e post elettorali, non intravedo alcuna inversione di tendenza nel modo di amministrare la città e di coinvolgerla nelle scelte più importanti. Giuseppe Giuffrida, presidente di Catania Risorge