///

Via Palazzotto, la legenda ritrovata e la difesa del bene comune

4 mins read

Nella nostra città è in corso, da tempo, una deriva di tipo speculativo caratterizzata per un verso dall’accaparramento, da parte di privati, di aree ancora libere, in genere destinate dal Piano Regolatore a servizi per la collettività, per l’altro verso da uno stravolgimento del centro storico con demolizioni e ricostruzioni che non solo violano le norme ma ne alterano via via la fisionomia, il valore storico e la bellezza.

Ne abbiamo scritto più volte, abbiamo fatto segnalazioni al Comune e al competente Assessorato regionale, e presentato alla Procura, nel febbraio 2022, un esposto plurimo relativo a diversi casi eclatanti di ‘forzature’ delle regole.

Quando abbiamo saputo che il pubblico ministero aveva richiesto l’archiviazione del procedimento per “assenza di adeguati riscontri oggettivi”, abbiamo subito presentato una opposizione chiedendo un approfondimento delle indagini, a nostro parere non adeguate. Dalla richiesta di archiviazione, infatti, risultava che erano stati sentiti, per “sommarie informazioni”, soltanto il dirigente dell’ufficio urbanistico ed i tecnici che avevano firmato gli atti. Interlocutori che a noi sembravano “le persone meno adatte a fare considerazioni imparziali sui contenuti tecnici dei provvedimenti in questione”, mentre sarebbe stato opportuno – a parer nostro – chiedere la consulenza di un esperto della materia, estraneo all’ufficio.

Nonostante che la nostra opposizione fosse argomentata fin nel dettaglio, anche la giudice per le indagini preliminari, ha ritenuto di confermare la richiesta di archiviazione. Abbiamo dovuto prenderne atto, consapevoli dell’ostacolo rappresentato dalla complessità della materia urbanistica nonché dalla già incombente abolizione del reato di abuso di ufficio, che potrebbe aver scoraggiato la Procura dall’approfondimento delle indagini.

Ma l’attenzione con cui guardiamo alla città, all’occupazione degli spazi ancora liberi, allo stravolgimento del centro storico, all’impoverimento che ne deriva per la collettività, non è diminuita. Non intendiamo desistere.

Ci è parso preoccupante, in particolare, il caso di via Palazzotto, dove è stata autorizzata la costruzione di un supermecato Lidl in un’area destinata, dal Piano Regolatore, ad una scuola. Un caso quasi sovrapponibile a quello dell’Eurospin di via Martelli Castaldi, per la realizzazione del quale alcune persone, tra cui l’attuale direttore dell’Urbanistica, sono state rinviate a giudizio.

Il permesso di costruire rilasciato per via Palazzotto ha una storia non semplice e, per certi versi, molto indicativa. La richiesta di realizzare un supermercato in quell’area era stata avanzata nel 2013, prima del caso Eurospin, ma respinta dall’Urbanistica, allora diretta da Gabriella Sardella. Il Tribunale amministrativo, al quale i privati avevano fatto ricorso, aveva dato ragione al Comune con una sentenza poi ribadita, in appello, dal Consiglio di Giustiza Amministrativa (CGA).

Il CGA non si è limitato a considerare corretto il diniego opposto dal Comune, ma ha aggiunto che, quando è prevista la realizzazione di opere destinate alla fruizione pubblica, “l’utilizzatore finale dell’opera non può che essere l’ente pubblico di riferimento”. Ha inoltre invitato l’Amministrazione ad aggiornare il Piano Regolatore, evitando di procedere con “interventi parziali in variante, come si è fatto sinora, ma attraverso una revisione d’insieme che restituisca una pianificazione al passo con i tempi nuovi”, eventualmente riclassificando l’area nel caso in cui “l’originale destinazione urbanistica non sia più attuale”.

Un monito, inascoltato, a ripensare la città nel suo complesso invece di concedere permessi che soddisfino le richieste di singoli a scapito degli interessi generali, creando anche aspettative per nuovi e vecchi appetiti da soddisfare. Come nel caso del permesso concesso per via Martelli Castaldi, che – insieme alla pronuncia favorevole espressa dagli ispettori inviati dalla Regione – ha riaperto i giochi su via Palazzotto.

L’attuale direttore dell’Urbanistica ritiene che nelle zone destinate a servizi pubblici (contrassegnate nel Piano Regolatore con la lettera L), si possano realizzare tutti i tipi di servizi pubblici elencati nelle norme di attuazione del PRG, compresi i supermercati, ormai assimilati ai mercati annonari.

Ai simboli presenti nelle tavole grafiche del Piano Regolatore, nel nostro caso una S nell’area di via Martelli Castaldi, SM nell’area di via Palazzotto, non viene attribuito alcun valore. Sia il direttore delll’Urbanistica, sia gli ispettori inviati dalla Regione, sostengono infatti che il significato di questi simboli non può considerarsi certo in assenza di una legenda che lo spieghi.

Una affermazione sorprendente, considerando che la legenda è presente nella Tavola 1 del Piano Regolatore approvato in via definitiva con decreto della Regione n.166-A del 28/6/1969.

Non solo. La legenda è stata anche pubblicata sul sito del Comune nella sezione Amministrazione Trasparente su provvedimento dello stesso direttore pro tempore della Direzione Urbanistica, Biagio Bisgnani (n. URB/214 del 23/12/2020). A questo link

I funzionari del Comune e quelli della Regione non possono quindi non conoscerne l’esistenza.

Quei simboli, inoltre, erano già presenti negli elaborati grafici del 1964, anno in cui il Comune adottò il Piano poi inviato alla Regione per l’approvazione definitiva. E le destinazioni da essi previste (scuole, mercati, centri di quartiere, etc) furono verificate prima dell’approvazione finale del Piano, in applicazione del decreto (1444 del 1968) che prevedeva uno standard di superficie per ogni servizio pubblico individuato.

Della esistenza di questa legenda, in più occasioni negata, Argo ha dato notizia nel dicembre 2023. Adesso ha deciso di presentare un esposto denuncia alla Procura della Repubblica, insieme ad altre associazioni interessate a difendere gli interessi collettivi e a salvaguardare i pochi spazi liberi rimasti a disposizione della cittadinanza: Borgo Marinaro di Ognina, Città Insieme, Comitato Popolare Antico Corso, Sunia Sicilia.

Sarà eventualmente la Procura a verificare se ci siano ipotesi di reato. Noi continueremo ad agire per difendere le aree destinate all’uso comune, almeno nei casi di cui veniamo a conoscenza. Purtroppo l’attacco ai beni comuni in nome di interessi privati è un fenomeno pervasivo. E le nostre forze sono limitate. C’è sicuramente una parte della cittadinanza che vorrebbe e potrebbe darci una mano. Ne saremmo lieti.

Leggi anche Via Palazzotto, alla ricerca della legenda perduta

2 Comments

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Dossier - Illeciti urbanistici