Il trenino rosso del Bernina, a scartamento ridotto, è un capolavoro dell’ingegneria ferroviaria che si inerpica fino a più di duemila metri di altitudine, unendo Tirano, in provincia di Sondrio, a Saint Moritz in Svizzera, tra paesaggi mozzafiato. Assicura una corsa ogni ora, in tutte le stagioni, anche in pieno inverno, quando si è immersi nella neve, ed è utilizzato da centinaia di pendolari per raggiungere il posto di lavoro.
Diventato anche un’attrazione turistica di importanza mondiale, il Bernina Express dal 2008 è stato riconosciuto Patrimonio dell’Unesco, e nel 2023 ha superato il milione di passeggeri trasportati, con risultati commerciali eccezionali, tanto che si pone oggi il problema di aumentare il numero delle corse ed assumere nuova manodopera.
Inevitabile un confronto con la Circumetnea, anch’essa trenino a scartamento ridotto, che si inerpica sui fianchi dell’Etna e compie il suo percorso attorno al vulcano giungendo fino a Riposto. Da noi, ad essere patrimonio dell’Unesco è lo stesso vulcano, e i paesaggi non sono certo di minore bellezza, anche per la possibilità di ammirare le varie tipologie di lave che si intrecciano alle zone boscose nel paesaggio unico e irripetibile della nostra ‘montagna’. Un paesaggio di cui noi siciliani non apprezziamo adeguatamente il fascino e l’unicità, anzi spesso deturpiano con la nostra incuria, dando per scontata la sua bellezza.
Al momento della nascita – nel 1895 – la Ferrovia Circumetnea fu utilizzata soprattutto per il trasporto, verso il porto di Catania, delle merci prodotte nei paesi etnei. Ebbe anche l’effetto di affrancare centri urbani come Adrano, Bronte, Maletto, Randazzo dall’isolamento in cui erano relegati, permettendo alle persone che ci abitavano di raggiungere facilmente e direttamente la città.
Gli inconvenienti, legati alla lentezza del treno e al numero ridotto di corse, potevano essere agevolmente superati con un ammodernamento tecnico della linea e con l’aumento del numero delle corse. Scelte che non avrebbero richiesto investimenti gravosi e avrebbero permesso – con una spesa ridotta – di potenziare un mezzo di trasporto collettivo che non grava sul traffico viario, assicura puntualità ed è poco inquinante. Ha, cioè, tutti i requisiti che oggi vengono considerati ottimali per una mobilità sostenibile.
Le scelte sono andate in tutt’altra direzione. Gli interventi per aumentarne la velocità non sono stati fatti, il numero di corse è stato fortemente ridotto, e si è puntato sul trasporto su gomma, vale a dire sugli autobus con cui la FCE svolge oggi di fatto la maggior parte del servizio di collegamento. Il “trenino” è stato considerato non una risorsa da potenziare ma una sorta di scarto residuale. Gli investimenti, molto onerosi, sono stati concentrati sulla metropolitana cittadina che si vuole adesso proseguire fino ad Adrano, con un percorso in buona parte interrato.
Niente più paesaggi e vocazione turistica. Con la promessa di poter arrivare direttamente e velocemente in aeroporto (notoriamente una destinazione verso cui quasi giornalmente si dirigono adraniti e bincavilloti…), si uccide il potenziale sviluppo di una infrastruttura di richiamo per i turisti.
Non è tutto. E’ stato annunciato che il percorso della ferrovia verrà interrotto non appena si darà inizio ai lavori, decisi e organizzati senza il coinvogimento dei cittadini che rischiano di trovarsi improvvisamente le ruspe davanti casa. Per attuare il progetto di una metropolitana fino ad Adrano, si lasceranno senza ferrovia gli abitanti di Bronte, Maletto, Randazzo, che lo utilizzano per i loro spostamenti. Quanto durerà questa interruzione? Sarà definitiva? Si tratterà piuttosto di uno smantellamento? Nessuna informazione a proposito. Alla faccia della trasparenza. E della partecipazione.
Anche una cittadina a vocazione altamente turistica come Randazzo non avrà più il suo trenino. Il milione di passeggeri e i relativi utili li lasciamo al Bernina Express della Ferrovia Retica.
I soldi che FCE sta spendendo per la metropolitana sono soldi europei e in questo momento abbondano, gli appaltatori amici se ne giovano, i giochi politici e clientelari se ne nutrono, cosa importa se gli utili non ci saranno? Se quest’opera costosissima resterà sottoutilizzata perché gli spostamenti da questa area dell’Etna verso la città non sono cresciuti e non cresceranno, non interessa a nessuno. Se la vecchia linea ‘en plein air’ a scartamento ridotto, adeguatamente potenziata, sarebbe stata più che sufficiente a soddisfare le esigenze di trasporto locale, non vogliamo saperlo.
E non vogliamo sapere nemmeno se sarebbe stato più utile che questi soldi fossero investiti per risolvere il problema dei trasferimenti verso la città di chi abita nei paesi dell’area nord (Gravina, Mascalucia, Nicolosi …), che inondano di auto Catania, giorno dopo giorno, creando problemi di tutti i tipi.
Queste sono scelte di programmazione ad ampio raggio. Non ci riguardano. Noi siamo FCE, siamo gestiti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, abbiamo la possibilità di spendere soldi e li spendiamo. Dei reperti storico/paesaggistici, sebbene rappresentino una risorsa, ci importa poco. E anche delle reali esigenze dei cittadini.
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Grazie ad Attilio Pavone (e a Salvalacircum) per lo spunto offerto dal suo post
un modello che non va bene per chi considera il bene pubblico come oggetto di rapina? O sono troppo cattiva?
Quello che amareggia è l’estrema pochezza intellettuale di chi fa queste scelte. Dando per scontato quali interessi ci stanno sotto e da parte di chi.
In fondo la metro può fermarsi a Paternò e con i soldi che avanzano alla nostra amata FCE potenziare come si deve la circumetnea.
Purtroppo c’è il rischio che un tragitto di sogno scompaia nell’ oblio di vecchi ricordi. Mentre la nostra terra come il gambero invece di andare avanti va indietro.
Vorrei iscrivermi a SALVALACIRCUM
@Lucia https://www.facebook.com/groups/1103069984028352
E continuerà ad essere sempre peggio. Votano la destra e continueranno a votarla perché loro hanno il più grande bacino di voti non grazie alle loro capacità ma grazie ai loro intrecci con la mafia dei colletti bianchi che gli fa girare gli appalti agli amici degli amici con i quali poi divideranno figli incassi a fette, perché ad ogni livello devono ungere gli ingranaggi….. E tutti questi dove vanno a prendere i voti? Nei quartieri più popolari e poveri dove regalano un sacchetto di spesa dicendo di volerli aiutare e poi li lasciano lì a sperare che facciano qualcosa per loro, ma per resterà solo quella busta della spesa con la quale hanno barattato l’opportunità di un futuro migliore
Volete mettere a confronto le spese che si prevedono per un percorso interrato rispetto al meno costoso potenziamento di una linea già esistente da oltre un secolo? La TAV non insegna niente? Un potenziamento della ferrovia, strutturata da oltre un secolo, costerebbe dieci, venti volte di meno. Sarebbe fuori da ogni logica di “quel tipo”!!