A Dubai è in corso in questi giorni la riunione annuale dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, nota come Cop 28. In contemporanea, dall’1 all’8 dicembre, a Bogotà si è svolto l’ottavo convegno della Via Campesina, la più grande organizzazione mondiale di contadini. Due realtà che parlano linguaggi diversi.
Negli Emirati Arabi, le grandi aziende agroalimentari si stanno adoperando per impedire che il modello di agricoltura industriale che garantisce i loro profitti venga messo in discussione, nonostante sia ormai accertato che i sistemi alimentari sono responsabili di un terzo delle emissioni globali di gas ad effetto serra. In Colombia, la Via Campesina ha cercato di rinsaldare l’alleanza solidale tra tutti coloro che si battono per la giustizia sociale e promuovono un’agricoltura rispettosa del pianeta, a tutti i livelli.
Ce ne parla Alfio Furnari, presidente della sezione siciliana dell’AIAB, Associazione Italiana Agricoltura Biologica, che si è recato a Bogotà per partecipare al convegno.
La Via Campesina, attualmente il movimento contadino più rappresentativo al mondo, riunisce 182 organizzazioni nazionali presenti in 82 paesi. Questo movimento abbraccia la diversità delle popolazioni rurali, tra cui pescatori, contadini, migranti, lavoratori agricoli, popolazioni indigene e pastori. È il principale bastione della resistenza contro l’estrattivismo e l’agrobusiness in Africa, nelle Americhe, in Europa e in Asia.
Di fronte agli interessi di multinazionali predatrici e di governi allineati con le loro agende, La Via Campesina si impegna a costruire e difendere la solidarietà internazionale, la pace e la democrazia, così come i diritti dei contadini, l’agroecologia e il femminismo contadino a livello globale, garantendo così la Sovranità Alimentare dei popoli.
A Bogotà, più di 500 delegati delle organizzazioni aderenti si sono riuniti dall’1 all’8 dicembre per discutere, analizzare e promuovere soluzioni concrete alle crisi politiche, sociali, economiche e climatiche che colpiscono l’umanità. Morgan Ody, Coordinatore Generale de La Via Campesina, ha affermato “È essenziale mostrare che, come contadini, stiamo tracciando un cammino verso un futuro possibile per l’umanità. Attraverso le lotte contadine, aspiriamo a ridare speranza. Siamo consapevoli che questo sarà possibile solo attraverso la solidarietà e l’unità nelle lotte a livello internazionale”.
In questi 30 anni di organizzazione, La Via Campesina è riuscita ad unire i contadini del Nord e del Sud del mondo nella difesa dei diritti fondamentali come la terra e le sementi contadine. Questa unificazione è avvenuta in opposizione ai potenti attori del capitale transnazionale, che hanno cercato di criminalizzare la protesta e promuovere politiche globali che aggravano le crisi. Questi attori includono l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, che sostenuti dagli accordi di libero scambio e dal potere delle grandi imprese, minacciano i mezzi di sussistenza delle persone e la vita sul pianeta.
La Via Campesina presenta proposte concrete per la lotta per la giustizia sociale e ambientale, contro la violenza, la povertà e la fame. Responsabili del 70% della produzione alimentare mondiale, i contadini promuovono pratiche agroecologiche e resilienti, che nutrono il mondo e raffreddano il pianeta. Ha anche svolto un ruolo di primo piano in pietre miliari significative, come l’adozione della Dichiarazione sui diritti dei contadini. Questa approvazione è stata il risultato di oltre 17 anni di lotta collettiva alle Nazioni Unite e mira a guidare le politiche pubbliche nei paesi per garantire i diritti di coloro che producono cibo sano per la popolazione.
Nel contesto globale attuale, la decisione politica di tenere questa VIII Conferenza de La Via Campesina in Colombia risponde all’impegno del movimento come garante e supervisore del processo di pace. Inoltre, il recente riconoscimento dei contadini come soggetti di diritti nella costituzione colombiana può ispirare altri governi e Stati a rafforzare le politiche pubbliche che garantiscono i diritti fondamentali per una vita dignitosa nelle campagne.
Bella iniziativa, grazie ad Alfio Furnari per avercene dato conto!