“Ripristinare la cultura del rispetto, contribuire ad affermare l’autorevolezza dei docenti e riportare serenità nelle nostre scuole”, queste – a detta del ministro Valditara – le finalità del provvedimento che il ministero intende prendere per contrastare gli episodi di bullismo e di violenza nelle scuole.
Il tema torna di attualità alla vigilia dell’inizio delle lezioni e, per l’occasione, vi riproponiamo quanto scrive sul suo blog Mauro Mangano, dirigente scolastico che ha appena assunto il ruolo che era stato di Cristina Cascio all’Istituto Onnicomprensivo ‘Angelo Musco’ di Librino.
“Sono parole che colpiscono chi lavora nella scuola, per più di un motivo” scrive Mangano “Innanzitutto perchè ‘ripristinare’ e ‘riportare’ sono due termini che sottintendono che qualcosa c’era (la cultura del rispetto e la serenità, nello specifico), poi si è persa, e adesso la ripristineremo e riporteremo.
“Vivo nella scuola, praticamente, da sempre – prosegue – Da quando avevo 5 anni ad oggi non ho mai interrotto la mia frequentazione delle scuole italiane, e dunque posso testimoniare personalmente se la cultura del rispetto e la serenità abbiano avuto notevoli mutazioni negli ultimi 47 anni. Sinceramente non ne ho avvertite. Anche 40, 30 e 20 anni fa vi erano docenti autorevoli e altri assai meno, alcuni che godevano del rispetto, della stima e dell’ammirazione di studenti e genitori ed altri che erano invece oggetto di ben altri sentimenti e giudizi.
Mi chiedo però cosa faccia affermare al Ministro, e non solo a lui, che è necessario (ri)-affermare l’autorevolezza dei docenti. Forse l’enfasi con cui alcuni episodi di cronaca vengono affrontati, o la tendenza a decontestualizzare ciò che succede a scuola, dimenticando che le nostre scuole sono parti delle nostre società, e spesso i loro limiti e i loro problemi sono l’eco di problemi e limiti del contesto in cui operano.
Il calamaio lanciato contro i compagni da Crossi, in un famoso episodio del libro Cuore, finendo per colpire il maestro, era la reazione esasperata del povero ragazzino alle offese continue dei compagni, alle beffe rivolte alla sua condizione fisica e sociale. Insomma bullismo da un lato, reazione violenta dall’altro. Conclusione del maestro? Incredibile: “voltatosi verso i quattro colpevoli, disse bruscamente: “Vi perdono.”
“La valutazione è uno degli aspetti principali dell’azione educativa del nostro lavoro quotidiano – scrive ancora Mangano – quindi se leggiamo che si è smarrita la cultura del rispetto, occorre affermare l’autorevolezza degli insegnanti, non c’è più serenità, ci chiediamo perchè, comprendiamo chiaramente che queste affermazioni sono valutazioni, e precisamente sono valutazioni negative del lavoro svolto da tutti gli operatori scolastici negli ultimi anni.
Dunque il Ministro ci dice garbatamente che non siamo stati all’altezza, non lo siamo ancora. Personalmente, non sono d’accordo.
A proposito di bullismo, ad esempio, c’è già un’ottima legge in vigore, e le scuole, osservandone i principi, fanno un ottimo lavoro, sul versante della prevenzione quanto su quello del contrasto.
Se poi si volesse fare un discorso ampio, utile, sul tema dell’autorevolezza degli insegnanti, direi sull’autorevolezza del sapere, più in generale, e dunque della scuola, nella società odierna, sul benessere e la serenità nelle istituzioni scolastiche, sulla cultura del rispetto, credo che il rapporto tra gli scopi e i mezzi annunciati nel comunicato del Ministro sia molto discutibile.”
Se c’è quindi un lavoro da fare, nella scuola e attorno alla scuola, – aggiungiamo noi – è quello di rafforzarne la centralità dandole maggiori risorse e prospettive ‘alte’, più che agire sul versante della repressione.
La revisione delle norme prospettata dal Ministero si basa invece solo su una maggiore rigidezza nell’attribuzione del voto di condotta, che tornerebbe ad essere espresso in decimi, a fare media, e che inciderebbe sull’ammissione all’Esame di Stato, e nell’applicare la misura della sospensione dalle lezioni. Quest’ultima dovrà essere acompagnata da attività di riflessione e di approfondimento “sui temi legati ai comportamenti che hanno causato il provvedimento” e, nel caso di sospensioni più lunghe, associata allo svolgimento di “attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate”.
Interventi solo in parte condivisibili ma certo inadeguati a contrastare fenomeni che hanno una origine complessa, nascono da situazioni sociali e familiari di povertà economica ed educativa, disagio psicologico, mancanza di punti di riferimento per genitori e figli. E necessitano di supporti alle famiglie, potenziamento dei servizi, alleanze tra istituzioni e associazioni presenti sul territorio, strutture scolastiche più sicure e più accoglienti che possano offrire attività interessanti e formative.
In questa direzione vanno già diverse scuole della nostra città e della provincia. Spesso dovendo fare da sole, non adeguatamente supportate dagli Uffici Scolastici e dal Ministero, ma ottenendo ottimi risultati nel contrasto alla dispersione scolastica e nel coinvolgimento delle famiglie.
E’ il caso della Musco, divenuta polo di eccellenza sotto la direzione di Crstina Cascio, ed è il caso dell’Istituto comprensivo Riccardo da Lentini che Mangano ha diretto per più di un lustro a Lentini. Lavoro impegnativo che il nuovo preside proseguirà assumendo la direzione della Musco e per il quale gli facciamo i nostri migliori auguri.