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Disastri in Sicilia, due petizioni per non assistere impotenti

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Dall’incendio nell’aeroporto di Catania ai fuochi che stanno devastando l’intera regione, a fronte di politici e funzionari che si sono rivelati inadeguati nell’affrontare questa tremenda situazione, parte della popolazione siciliana, che sta sopravvivendo in condizioni drammatiche, prova, attraverso lo strumento della petizione, a chiedere una inversione di rotta.

Ciò che è avvenuto all’aeroporto è incredibile. Toccherà alla magistratura valutare di chi sono le responsabilità. Le perplessità sono tante. Come può essere avvenuto un incendio che ha generato problemi di queste dimensioni in un luogo dotato di sprinkel antincendio, la cui efficienza dovrebbe essere periodicamente ispezionata e certificata? In un luogo con un carico antincendio modesto e, per di più, presidiato anche di notte, con una caserma dei pompieri e dei carabinieri a poche decine di metri di distanza?

In ogni caso sottolineiamo, consapevoli di non poter essere smentiti, l’inadeguatezza nel gestire l’emergenza. Passeggeri avvisati all’ultimo momento e invitati in tempi strettissimi a programmare partenze e arrivi in altri aeroporti, con tempi impossibili da rispettare, date le distanze con gli altri scali siciliani. Tanto più in una regione in cui lo stato dei trasporti (bus, treni, condizioni delle reti stradali) è tale da trasformare tali spostamenti in veri e propri viaggi. Emblematica la frase pronunciata da una giovane a cui è stato comunicato, appena giunta allo scalo catanese, che si sarebbe dovuta trasferire – in un tempo a disposizione di tre ore – a Trapani, “spero di farcela con il teletrasporto, se non ci sono intoppi”.

A partire da tutto questo, il Comitato Aeroporto ha lanciato una petizione in cui si chiede che venga sostituita la governance della SAC, la società che gestisce l’aeroporto di Catania-Fontanarossa e di Comiso: Dimissioni subito della governance della societò Aeroportuale di Catania

Uno degli aeroporti più importanti d’Italia e internazionale non può
esser gestito così in un momento di emergenza. Si accertino le responsabilità di questa perdita, economicamente incalcolabile nei confronti di turisti, siciliani ed imprese del reparto turistico, ma soprattutto immenso danno di immagine del nostro territorio. Si dia subito un cambio di passo con la sostituzione immediata di tutta la governance della SAC!

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Un’altra situazione incresciosa riguarda la fornitura dell’elettricità e la conseguente regolare erogazione del servizio idrico, negate ai cittadini per più giorni consecutivi, non sappiamo se per incompetenza o altre motivazioni. Un disservizio prolungato ed esteso che ha generato una sofferenza insopportabile soprattutto ai soggetti più fragili, e danni ingenti alle attività produttive. Anche in questo caso ci chiediamo se la gravità dell’emergenza si debba attribuire a problemi tecnici o all’incapacità di gestione complessiva del servizio, fatta salva la fatica compiuta dagli operatori assegnati ai singoli interventi.

Ecco la petizione promossa da Francesco Mannino, firmata dai
Residenti Nesima Rapisardi Cibali
e indirizzata “Al gestore della rete elettrica, Al gestore della rete idrica, Alle autorità competenti, Alle istituzioni locali”

Come residenti dei quartieri Cibali, Nesima e Viale Mario Rapisardi denunciamo il fatto che da giovedì 20 luglio 2023, e per molti giorni, diversi blocchi o isolati sono rimasti – o sono tuttora – privi di erogazione di corrente elettrica e in alcuni casi di acqua corrente. Questa situazione ha reso inutilizzabili, per lassi di tempo superiori alle 24 ore, frigoriferi, dispositivi medici, strumenti di comunicazione, di lavoro e finanche condizionatori, per chi ne disponesse o ne sentisse il bisogno. Le persone residenti stanno soffrendo conseguenze mai provate, e chi è fragile sta rischiando moltissimo per la propria salute.

Ciò che è avvenuto è umanamente inaccettabile: siamo cittadini e cittadine, persone che pagano regolarmente il costo dell’energia elettrica e caramente la gestione della rete, e non possiamo subire fatti del genere. Abbiamo tutte e tutti la sensazione di aver visto già questa scena nel 2003, quando l’intera Italia restò al buio. A differenza del 2003, qui si sapeva già che questa interruzione sarebbe potuta avvenire: infatti la giustificazione che è stata data come al solito colpevolizza chi è utente, sostenendo che la rete non ha retto a causa di consumi eccezionali. Questa tesi è inaccettabile: la rete deve poter reggere proprio questi carichi massimi, frutto dei bisogni di chi abita le città sempre più calde; altrimenti la rete è inefficiente.

Fatte queste considerazioni, richiediamo:

  • L’immediato riallaccio della corrente elettrica, costi quel che costi al gestore, che già di suo incassa somme rilevanti per quella gestione;
  • L’impegno che fatti del genere non avvengano mai più, perché non saremo disposti a tollerare niente di simile. Il gestore ha le risorse, ordinarie e straordinarie, per adeguare la rete ai picchi di consumo come quelli avvenuti;
  • Una spiegazione chiara e accessibile di cosa sia successo, di cosa sia stato fatto e in che tempi, e di chi sia la responsabilità.

Non possiamo accettare che fatti del genere diventino normalità: la normalità è disporre di servizi e diritti regolarmente, non di subire disservizi e discriminazioni.

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Quanto agli incendi, sarebbe opportuno interrogarsi sui motivi per cui non si riesce a prevenire e contrastare un fenomeno così frequente e disatroso, generato quasi sempre dalla mano dell’uomo, guidata da motivi che vanno dalla superficiale disattenzione a forme di instabilità mentale, a precisi interessi speculativi.

Perchè non aumentare le risorse e i mezzi destinati a combattere questi eventi, anche senza gravare sul bilancio dello Stato e quindi sulle tasche dei cittadini? Basterebbe dirottare su questo fronte anche solo una frazione dei fondi destinati alle spese militari. Pensiamo all’acquisto dei famosi caccia F 35, la cui affidabilità tecnica è ancora oggetto di dubbi e su cui il nostro Paese continua a investire prioritariamente sebbene il costo di una sola ora di volo arrivi fino a 36.000 dollari.

Segnaliamo la possibilità di chiedere il rimborso per l’interruzione dell’enrgia elettrica

3 Comments

  1. Basteranno le petizioni ad eliminare questo senso d’impotenza che proviamo tutti? Questa percezione di un tessuto sociale talmente frantumato da rendere impossibile ogni azione collettiva politicamente significativa ?

  2. Mentre in Calabria il presidente della regione Occhiuto usa i droni come deterrente per gli incendiari, il nostro ex presidente della regione Musumeci propone il ricorso alle assicurazioni (tradotto: fare arricchire i privati) per tutelare i turisti a cui viene rovinata la vacanza. A dimostrazione del fatto che ai politici (anche nostrani) di chi vive in Sicilia non gliene frega niente. La Sicilia è assoggettata a colonia del nord e viene sfruttata per gli interessi dei privati e della classe politica. Una classe politica che peraltro accusa, tacciandoli di terrorismo, gli attivisti di Ultima Generazione, mentre non dice niente sugli incendiari che distruggono il nostro patrimonio ambientale e artistico, mettendo a repentaglio la vita e la salute di persone e animali e causando danni incalcolabili. Questo è terrorismo e andrebbe trattato di conseguenza. Servono pene più severe e servono strategie volte a prevenire gli incendi, visto che cercare di domarli richiede forze e risorse considerevoli e spesso non sufficiente. Il sud brucia ogni anno, ogni anno battiamo un record di caldo e ogni anno la gente se ne sorprende e cade dal pero.
    Un’ultima considerazione: quello che c’è stato in Lombardia lo hanno chiamato maltempo. Ma non è maltempo pure avere 47 gradi, anche se non piove?

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