Poi, una macchia di sangue comparve sull’asfalto;
la macchia si ingrandiva, s’estendeva, inghiottiva
la corte, la sedia, il pozzo, il secchio;
rimase fuori un metro di corda – tanto così.
L’orologio della cattedrale divenne rosso;
lo stesso l’edificio della posta. La macchia s’estendeva,
inghiottiva le case, i pali del telegrafo, il sole,
inghiottiva anche noi – ci nascondeva nel rosso.
E al solo vederne la grandezza, ci sentimmo di nuovo
belli, semplici, schierati, assolti.
(Ghiannis Ritsos, Il sangue)
la macchia si ingrandiva, s’estendeva, inghiottiva
la corte, la sedia, il pozzo, il secchio;
rimase fuori un metro di corda – tanto così.
L’orologio della cattedrale divenne rosso;
lo stesso l’edificio della posta. La macchia s’estendeva,
inghiottiva le case, i pali del telegrafo, il sole,
inghiottiva anche noi – ci nascondeva nel rosso.
E al solo vederne la grandezza, ci sentimmo di nuovo
belli, semplici, schierati, assolti.
(Ghiannis Ritsos, Il sangue)
In ricordo di Pippo Fava, ucciso dalla mafia 25 anni fa
Su Itaca il figlio lo ricorda così: La_memoria