Per i magistrati gli incarichi retribuiti, diversi dall’esercizio dell’attività giudiziaria, devono essere autorizzati dal CSM al fine di tutelare la reputazione, l’autorevolezza e l’indipendenza della magistratura.
Una regola giusta. Che ha trovato un’assurda applicazione nel caso della magistrata siciliana Marzia Sabella, procuratore aggiunto a Palermo, alla quale – con delibera della prima commissione – è stata negata l’autorizzazione a partecipare ad un progetto del Salone Internazionale del Libro di Torino, che prevede una retribuzione di circa mile euro lordi.
L’associazione Memoria e Futuro ha manifestato la propria solidarietà alla magistrata-scrittrice e ha invitato il plenum del CSM a rivedere la propria decisione. E’ l’unico modo per dissipare le ombre inquietanti che si sono addensate intorno a questa vicenda.
Parlare ai giovani si deve.
“Memoria e Futuro” esprime solidarietà a Marzia Sabella.
Il CSM torni indietro
Secondo la prima commissione del CSM la magistrata Marzia Sabella non può andare nelle scuole a parlare di libri. È una vergogna. Pensavamo che un organo come il CSM avesse cose ben più importanti da fare e invece con il più cupo linguaggio burocratico vieta ad una magistrata di altissimo valore di prendere parte a un progetto (Adotta uno scrittore) ideato dal Salone del Libro di Torino, la più importante fiera dell’editoria italiana e non solo, imperniato sulla diffusione della “lettura come strumento di crescita e di comprensione di sé e del mondo”.
Abbiamo ospitato Marzia Sabella in due edizioni del Seminario antimafia dell’Ateneo di Catania, l’ultima volta nel marzo scorso. Ci ha parlato del ruolo delle donne nella mafia e del suo ultimo e raffinato romanzo (Lo Sputo, Sellerio) dedicato all’odissea di Serafina Battaglia che negli anni sessanta denunciò la mafia e i mafiosi.
La testimonianza di Marzia Sabella è stata un’esperienza straordinaria, un invito a conoscere la mafia e la realtà che la circonda pienamente percepito dai 500 studenti iscritti al Seminario. I giovani sentono il bisogno, e ne chiedono gli strumenti, di comprendere il mondo in cui viviamo, a livello storico, economico, sociale, ambientale, interpersonale, anche tramite quella straordinaria esperienza di penetrare nelle faglie più riposte della vita umana che è, come ci ha insegnato Italo Calvino, la letteratura.
Non possiamo che esprimere la solidarietà più piena a Marzia Sabella e rivolgiamo un forte invito al CSM: ci ripensi, torni indietro rispetto ad una decisione che non ha alcun senso.
vorrà dire qualcosa il fatto che Sabella abbia condotto l’inchiesta e sia pubblico ministero del processo contro il vicepremier Salvini per sequestro di persona della nave salva-migranti Open Arms?