Sembra incredibile ma è vero. Qualcuno ha riproposto il progetto di un supermercato in via Palazzotto, là dove, nel 2015, la direzione urbanistica aveva negato il permesso di costruire e ricevuto da Tar e CGA la conferma della legittimità del proprio diniego.
Soprattutto la sentenza del Consiglio di Giustizia Amminsitrativa (CGA), la massima autorità di diritto amministrativo nella nostra Regione, avrebbe dovuto fare scuola e diventare punto di riferimento per le risposte da dare a richieste di permessi avanzate da privati su spazi destinati a servizi pubblici.
Ma così non è stato. A indurre un privato a tornare all’attacco su via Palazzotto è stato quasi certamente il permesso concesso per l’Eurospin di via Sabato Martelli Castaldi, a Cibali.
Se loro ci sono riusciti, perché non dobbiamo riuscirci noi? Si saranno chiesti. I due casi sono, infatti, analoghi, quasi sovrapponibili.
Entrambe le aree, nel Piano Regolatore Generale attualmente in vigore, sono individuate come zona L (riservata quindi a servizi pubblici) e destinate in parte a scuola e in parte a verde pubblico.
Mentre, però, nel 2015, l’Urbanistica diretta da Gabriella Sardella stoppò la richiesta ritenendo che una “media struttura di vendita alimentare e non” in via Palazzotto non si potesse autorizzare, nel 2019 l’Urbanistica diretta da Biagio Bisignani ha ritenuto di concedere il permesso per costruire in via Martelli Castaldi.
Tra ordinanze di sospensione (la prima emessa da Maria Luisa Areddia, dirigente ad interim dell’Urbanistica, la seconda dallo stesso Bisignani), ricorsi al Tar e relative sentenze, il progetto di costruzione dell’Eurospin di Martelli Castaldi è andato avanti ed oggi il supermercato è lì che fa affari…
Il caso, tuttavia, non può dirsi del tutto chiuso perché è ancora in corso un procedimento giudiziario avviato in seguito agli esposti presentati alla Procura, sia da parte di esponenti del M5S e sia da parte di Argo, e potrebbe anche esserci un rinvio a giudizio. Purtroppo i tempi della magistratura sono lenti, e l’urgenza di fare affari incalza…
In una recente audizione con la Commissione consiliare urbanistica, il direttore dell’Urbansitica ha detto che il permesso relativo al supermercato di via Palazzotto non è ancora stato rilasciato ma che si sono già svolte delle conferenze dei servizi. La richiesta, quindi, è ancora sul piatto e non si capisce su che basi venga presa in considerazione.
La sentenza del CGA, infatti, è chiara. Vi si afferma che tutto ciò che è destinato alla ‘collettività territoriale’ deve restare disponibile alla fruizione pubblica ed essere utilizzato da ‘l’ente pubblico di riferimento’.
Tanto più – aggiungiamo noi – in una città, come la nostra, che ha un grave deficit di servizi e di verde pubblico rispetto agli standard di legge.
Quando, dopo il diniego del 2015 da parte del Comune, i privati fecero ricorso al Tar e appello al CGA, motivarono la loro opposizione al diniego ricordando che i vincoli imposti dal Piano regolatore (che risale al 1964) erano ormai decaduti.
Ma la decadenza dei vincoli è qualcosa di diverso dalla decadenza della destinazione urbanistica dell’area, che rimane la stessa fino a che non venga sostituita da una diversa destinazione, possibilmente all’interno di un nuovo Piano regolatore.
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La sentenza del CGA lo dice con chiarezza. Proprio i vincoli decaduti, a parere dei giudici amministrativi, rendono impossibile il rilascio della concessione richiesta, fino a che l’Amministrazione non abbia aggiornato il Piano Regolatore ed eventualmente riclassificato l’area nel caso in cui “l’originale destinazione urbanistica non sia più attuale a causa dei cambiamenti intervenuti”.
E’ il Comune, quindi, che deve intervenire “non già attraverso singoli interventi parziali in variante, come si è fatto sinora, ma attraverso una revisione d’insieme che restituisca una pianificazione al passo con i tempi nuovi”. Tenendo comunque presente che il suo compito istituzionale è quello di “salvaguardare gli interessi della collettività” e non quello di favorire le richieste motivate da interessi speculativi privati.
Un imperativo, la redazione di un nuovo Piano regolatore, che nessuna amministrazione, compresa quella attuale, ha mai portato a termine. Troppi gli interessi in gioco. Fino a qualche tempo fa si andava avanti a colpi di variante, oggi le varianti sono state spesso sostituite da singole concessioni della Direzione Urbanistica, che non devono passare dall’approvazione del Consiglio Comunale e vengono in genere avallate dalla Regione (Assessorato Regionale Territorio e Ambiente), che svolge un ruolo di sponda sebbene le toccherebbe un ruolo di controllo.
Nel caso in questione, quello del permesso richiesto oggi per via Palazzotto, pare che l’Urbanistica non se la senta di assumersi questa responsabilità e sia intenzionata a passare la patata bollente al Consiglio Comunale avviando la procedura per una variante al Piano Regolatore.
Proprio quello che la sentenza del CGA invita a non fare quando – come ricordavamo – chiede di non procedere “attraverso singoli interventi parziali in variante, ma attraverso una revisione d’insieme” e via discorrendo.
Cosa farà il Consiglio quando si dovrà decidere sulla variante proposta? Ci auguriamo che decida saggiamente di bocciarla, per vari motivi.
L’eventuale approvazione farebbe diminuire ulteriormente gli spazi destinati ai servizi: il nuovo Piano Regolatore, quando si arriverà a farlo, dove potrà mai reperirli se – specie nelle aree densamente edificate – sono stati tutti occupati? Il verde pubblico potremo scordarcelo definitivamente e così altri servizi di cui potrebbe emergere la necessità.
E poi, rinunciare al verde per avere cosa? Innanzi tutto altro cemento, alla faccia delle ricorrenti dichiarazioni d’intenti su “cemento zero”. E altri supermercati, di cui la città è gia piena, che stanno distruggendo il commercio al dettaglio di vicinato. Il nostro denaro arricchisce così la grande distribuzione, catene commerciali straniere (in questo caso la Lidl) non sempre al di sopra di ogni sospetto, come è emerso da alcune inchieste giudiziarie.
Mamma mia non se ne può più!
Fra un po’ temo vengano sul terrazzo a estirpare le piante in vaso che ho. Perché sembra una missione la loro, estirpare ogni singola area verde rimasta.
Ma poi, un supermercato? Ancora?
No, no ma è tutto regolare, tutto negli interessi dei cittadini…
Il male di questa amministrazione lo subiremo per decenni e molto sarà irrecuperabile, vedi molte aree verdi perse.
Tutta speculazione, i supermercati ogni 2 anni cambiano nome, per non pagare le tasse. Con i finanziamenti dell’europa! Pronti a fregare,
Vuoi mettere quanto “rende” una struttura simile?… A chi non è dato, ufficialmente, sapere! Altro che verde, aria pulita, alberi, frescura, meno inquinamento, altro ché… altro che..!!! Eh, vogliamo mettere?!!!!? U viddi è viddi, i chiacchiri su chiacchiri, i soddi su soddi e inchiunu i portafogghi…! (da Fb)
Scommetto che il progettista è lo stesso del supermercato di via sabato martelli castaldi ….