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Mobilità sostenibile, soltanto spot. Alcune associazioni non ci stanno

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“Muoviti sostenibile…e in salute”, questo lo slogan scelto per la settimana europea della mobilità sostenibile, prevista dal 16 al 22 settembre.

Il riferimento alla salute tiene presente il contesto particolare della pandemia, che ha riportato all’attenzione generale la centralità del problema, ma è anche un richiamo alla consapevolezza di quanto l’incentivazione del trasporto pubblico e dell’uso delle biciclette con la conseguente riduzione delle emissioni contribuiscano, migliorando anche la qualità dell’aria, al benessere fisico e mentale.

C’è di più. In questa settimana, in tutta Europa, viene diffusa la conoscenza di buone pratiche, da cui è possibile prendere spunto, già messe in atto in alcune città europee.

Tra queste buone pratiche, oltre alla elaborazione del PUMS (Piano Urbano della Mobilità sostenibile), ci sono la limitazione dell’accesso delle auto nel centro urbano, gli incentivi all’uso delle bici, una riorganizzazione degli spazi che permetta di raggiungere in un quarto d’ora ciò che è necessario per vivere bene, dai luoghi di lavoro e di apprendimento, alla possibilità di fare la spesa e di fare sport, di farsi curare e mangiare bene. E parliamo di modelli su cui stanno lavorando grandi città come Parigi e Barcellona.

Nulla di tutto questo a Catania, che ha comunque aderito, come altre 90 città italiane. alla settimana della mobilità sostenibile.

La mobility manager del Comune di Catania, Patrizia Giacalone, si è attivata per coinvolgere le associazioni interessate a questo tema chiedendo che organizzassero eventi e attività in grado di sensibilizzare cittadini.

Il coinvolgimento delle associazioni non è una novità, è avvenuto già negli anni precedenti (la settimana è giunta ormai alla ventesima edizione) anche se ha spesso lasciato un certo amaro in bocca, perché le associazioni sono abbastanza consapevoli che l’Amministrazione le coinvolge quando ha bisogno di aiuto ma non ha una reale disponibilità ad accoglierne proposte e richieste, in particolare quelle di più ampio respiro.

Ecco perché, quest’anno, alcune di esse hanno preferito rinunciare alla collaborazione, proprio per segnalare in modo chiaro l’inadeguatezza delle scelte della Giunta in tema di mobilità sostenibile.

L’Associazione EtnaViva in bici, affiliata alla Fiab, e il Laboratorio Siciliano per la Mobilità Ciclistica (Sicily Cycle Lab Catania) hanno inviato al Mobility Manager e alla Direzione Lavori Pubblici, Infrastrutture, Mobilità, una comunicazione ufficiale e circostanziata di rinuncia

Entrambi i documenti mettono, innanzi tutto, in evidenza la gravità della mancata redazione del PUMS, peraltro previsto per legge sin dal 2017, e sul cui tardivo e ormai decaduto percorso di attuazione incombe anche il sospetto di alcune illegittimità.

La città è, quindi, priva di quel Piano che è considerato dalla Comunità Europea il documento principe su cui innestare gli interventi necessari a migliorare la qualità della vita.

Non solo. Di una “città ricaduta nella morsa del traffico veicolare” parla Etnaviva nel suo documento, denunciando – ad esempio – il fatto che i provvedimenti dell’Ente locale puntino a realizzare “parcheggi anche sotterranei e multipiano all’interno del centro cittadino” invece che “all’esterno del perimetro urbano”, con l’effetto di attirare le automobili verso il centro, invece che scoraggiarne la circolazione.

Non manca, nella lettera, anche un coraggioso riferimento alla acquiescenza dell’Amministrazione nei confronti dei commercianti interessati “a preservare i propri guadagani a scapito della salute pubblica”.

In questo documento c’è spazio anche per il riconoscimento di alcuni interventi positivi realizzati in città, come le pedonalizzazioni di piccole aree (ad esempio quella davanti alla scuola ‘XX Settembre’), che non hanno tuttavia alcuna possibilità di incidere, per migliorarli, sui comportamenti dei cittadini né tanto meno di risolvere i problemi del traffico urbano.

Si tratta, infatti, di azioni circostritte, non inserite in un progetto complessivo, quando non si tratta di interventi eccezionali riconducibili – come avviene in questi giorni – “SOLO alla settimana europea”.

Più stringato e sobrio ma non meno incisivo il documento del Sicily Cycle Lab, i cui redattori scelgono di non soffermarsi sul lungo elenco di possibili “doglianze” per sottolineare invece i provvedimenti “occasionali e di circostanza” presi dall’Amministrazione, spesso in concomitanza con manifestazioni “come quella in oggetto”, e con accelerazioni, sollecitate spesso dai portatori di interesse, sempre “eccessivamente timide e temporanee”.

Risulta così ancora più evidente “la mancanza di quella strategia compiuta di cui una città come Catania necessita”, e particolarmente grave in un momento in cui è possibile contare sui cospicui finanziamenti a disposizione dell’Ente locale, dal Patto per la città di Catania al Pon Metro all’Agenda Urbana.

Emerge, infine, in forma diretta o indiretta, anche un interrogativo sull’efficacia del ruolo del Mobility Manager, che diventa visibile solo in queste occasioni. A lei comunque entrambe le associazioni augurano buon lavoro, consapevoli che “ovviamente operi secondo le indicazioni della Giunta Comunale”.

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