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Donne (e uomini) in vendita nella sfavillante Dubai

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Arrivano ogni anno nei Paesi del Golfo, soprattutto a Dubai e Abu Dhabi, e provengono da varie parte del mondo, ma non ne sappiamo quasi nulla.

È, infatti, molto raro trovare documenti o anche semplici notizie attendibili sulle condizioni di vita di migliaia di emigrati/e che vivono in regime di schiavitù e/o apartheid in questa area del mondo.

Ecco perchè è importante la segnalazione fatta dalla rivista Mediterranea dell’Udi di Catania sul film-inchiesta “Lei non è in vendita”.

Prodotto dalla televisione ufficiale del Parlamento greco, è disponibile su YouTube e documenta l’esistenza e il funzionamento delle reti di prostituzione che alimentano il mercato di schiave del sesso negli Emirati Arabi Uniti.

Una vera e propria tratta di esseri umani.

Le moderne schiave vengono prelevate soprattutto in paesi dell’est europeo (ad esempio Moldavia con destinazione Dubai) mentre un collaudato sistema di collegamenti e coperture garantisce alle mafie in Europa e in Asia lo sviluppo del “business” in tutta sicurezza e impunità. Sulla pelle delle ragazze e delle famiglie d’origine.

Ma ci sono anche centinaia di donne originarie delle Filippine e di vari paesi dell’Africa che vivono negli Emirati in condizione di schiavitù e apartheid nelle case delle famiglie ricche senza alcuna protezione e senza alcun controllo.

Vengono picchiate, regolarmente violate, sottoposte a uno sfruttamento totale.

Che siano “schiave” lo ha denunciato recentemente anche un rapporto del Dipartimento di Stato USA, rimasto senza alcun seguito, come decine di altre denunce internazionali.

Un traffico che non riguarda solo le donne. Lavoratori indiani, pakistani, nepalesi sono importati nei Paesi del Golfo per lavorare nell’edilizia. Ad esempio, in quest’ultimo periodo, nel cantiere che sta realizzando i padiglioni per l’Esposizione Universale del 2020 a Dubai.

Tra loro, negli ultimi quattro anni, sono più di cinquemila i morti sul lavoro, come documenta una indagine del governo indiano e di Amnesty International.

Cominciano finalmente ad arrivare alcune inchieste sulle condizioni di vita di questi immigrati anche sui media europei, ad esempio sul Guardian.

Nel frattempo, ricorda sempre Mediterranea, fiorisce il turismo di lusso europeo verso il Golfo e le sue meraviglie. Fioriscono anche gli affari. E la campagna mondiale di (auto) promozione dell’immagine degli Emirati, che si chiude a fine anno, è paradossalmente incentrata sul tema della Tolleranza”.

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