Un furto mirato quello compiuto ai danni di Fieri, la Fabbrica Interculturale Ecosostenibile del Riuso.
Chi è entrato nella sede di via Palermo 541 sapeva cosa cercare e dove trovarlo.
Sono state sottratte le attrezzature per la sartoria e la falegnameria, soprattutto queste ultime voluminose e pesanti, di certo portate via con un mezzo idoneo, introdotto dal cancello dell’area esterna.
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Un ‘lavoro’, tutto sommato, pulito, che non dimostra una esplicita volontà di colpire questa esperienza innovativa che, soprattutto nell’ultimo periodo, si era maggiormente aperta al quartiere organizzando eventi e momenti di incontro.
Al furto non si è accompagnato nessun segno di sfregio, nessun danno al materiale che serve alla produzione, legno o stoffa che sia, nessuna sottrazione di prodotti già realizzati o in preparazione per i mercatini di Natale.
“Non accusiamo nessuno, non ci sentiamo attaccati da nessuno se non dall’indigenza e dalla povertà che imperversa a Catania e che, naturalmente, sfocia in questa triste guerra di incoscienza di classe”, leggiamo nella pagina Fb di Fieri.
Il colpo è comunque pesante per una realtà che, dopo tre anni di lavoro preparatorio, stava scommettendo sulla possibilità di divenire economicamente autosufficiente.
Conclusa la fase dei corsi di formazione finanziati dalla Fondazione con il Sud, ristrutturato con il crowdfunding e la fatica delle proprie braccia l’immobile offerto in comodato d’uso dal Comune, Fieri non aveva chiuso i battenti. E’ nata la cooperativa sociale e i laboratori di falegnameria, sartoria e creazione di bijoux, pienamente attivi, avevano cominciato anche a dare lavoro a qualche esterno.
Italiani e migranti impegnati fianco a fianco nel riuso dei materiali di scarto e quindi nel rispetto dell’ambiente. Molte le associazioni coinvolte, in prima fila Mani Tese e Arci.
Per migliorare la commercializzazione dei prodotti era stata individuata anche la necessità del supporto di un esperto di marketing e comunicazione, oltre che di un designer che aiutasse gli artigiani della cooperativa nella fase di progettazione.
Adesso siamo ad un nuovo punto di svolta. C’è al volontà di non desistere, ma per andare avanti è nuovamente necessario il contributo di tutti.
La cosa più difficile è riattivare la falegnameria, che necessita di attrezzature costose e voluminose. Chi ne fosse in possesso e non le utilizzasse viene invitato a donarle, ma servono anche attrezzi di piccole dimensioni e di uso corrente, come martelli o cacciavite, anch’essi sottratti. E macchine da cucire per la sartoria.
Un contributo in denaro può essere inviato all’IBAN IT16J0501804600000011234168 intestato ad Arci Catania con causale “Sosteniamo Fieri”.