Che venga fatta luce sull’assistenza e la tutela garantite alle donne eritree a bordo della Nave Diciotti, approdata al porto di Catania il 20 agosto scorso.
Questo è quanto chiede l’UDI di Catania alle Procure che stanno indagando sul caso Diciotti.
Nell’esposto, l’Unione Donne Italiane rivendica la specificità delle donne migranti, tra le persone maggiormente esposte alle atrocità caratteristiche delle rotte migratorie odierne: violenze sessuali, abusi psicologici, sfruttamento nel mercato della prostituzione sono solo alcuni dei soprusi che le donne migranti sono costrette a subire.
Proprio per questo, continua l’UDI, è necessario che le donne sbarcate sul nostro territorio vengano immediatamente sottoposte a controlli medici specifici e informate sulle varie forme di tutela previste dal nostro ordinamento per le donne.
Questi obblighi sono stati adempiuti da quanti si sono occupati delle procedure di sbarco e di accoglienza?
Pubblichiamo di seguito il testo della denuncia, che condividiamo pienamente, consapevoli che la domanda possa essere estesa a tutte le categorie di persone considerate vulnerabili dal nostro ordinamento, all’art. 17 del d.lgs 142/2015, e per le quali è prevista una maggiore tutela: minori, disabili, anziani, donne in stato di gravidanza, genitori singoli con figli minori, malati e persone affette da disturbi mentali, vittime di tortura, di stupri o di altre forme gravi di violenza psicologica, fisica o sessuale, vittime di mutilazioni genitali.
Signor Procuratore della Procura di Catania
Signor Procuratore della Repubblica di Palermo
Oggetto: esposto
Le sottoscritte Giovanna Crivelli e Adriana Laudani, nella qualità di responsabili dell’Associazione UDI Catania (Unione Donne in Italia), con sede in Catania, intendono porre all’attenzione di queste Ecc.me Procure della Repubblica alcuni accadimenti inerenti una vicenda nota e già oggetto di indagine, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti.
Ci si riferisce alla complessa questione della nave “Diciotti” ed alla presunta violazione dei diritti fondamentali delle persone straniere che si trovavano a bordo della nave, a seguito di eventuali abusi od omissioni da parte delle Autorità coinvolte nella gestione del caso.
Con il presente Esposto, si intendono segnalare, in particolare, le presunte violazioni dei diritti delle donne che si trovavano a bordo della nave.
Tali donne – così come altre persone presenti sulla nave – hanno una presunta nazionalità (eritrea) che avrebbe potuto costituire di per sé presupposto per il riconoscimento dello status di rifugiate (secondo quanto previsto dalla nostra normativa nazionale, oltre che dalle Convenzioni internazionali sottoscritte dal nostro Paese).
Va segnalato, inoltre, che – secondo notizie di stampa – almeno 11 di queste donne si sono dichiarate vittime di traffico di esseri umani, nonché di violenza sessuale, verosimilmente subita in territorio libico.
Il nostro ordinamento da tempo prevede diversi strumenti di protezione sia delle vittime di tratta, sia delle vittime di violenza di genere. Basti citare i programmi di protezione previsti dal DPR 31 agosto 1999, n. 394, “Regolamento recante norme di attuazione del Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, a norma dell’articolo 1, comma 6, del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286”, volti a rendere effettiva la possibilità di ricorrere al permesso di soggiorno speciale per le vittime di traffico, disciplinato dall’art. 18 del T.U. sull’immigrazione n.286/1998.
Allo stato dei fatti, non sono state diffuse notizie attendibili sulla sorte di queste donne, né sull’effettivo adempimento dei numerosi obblighi nei loro confronti a carico delle Autorità che hanno gestito il caso (sia durante la fase di autorizzazione allo sbarco, sia dopo il loro approdo sul territorio italiano).
Si chiede, pertanto, che l’Ecc.me Procure adite, fatte salve altre condotte poste in essere in contrasto con le normative vigenti che dovessero emergere, vogliano in particolare disporre accertamenti in ordine all’eventuale omissione da parte dei soggetti coinvolti nell’assistenza alle donne straniere della nave Diciotti:
- dell’obbligo di tutelare il loro fondamentale diritto alla salute, anche con specifico riferimento alle gravi conseguenze psico-fisiche derivanti dalle violenze subite;
- dell’obbligo di fornire adeguata informazione sui diritti connessi con il loro stato di “evidente bisogno di protezione internazionale”;
- dell’obbligo di valutare l’applicabilità ai casi in questione dei diversi strumenti normativi di protezione delle vittime di traffico di esseri umani o di violenza di genere.
UDI Catania, le Responsabili
Giovanna Crivelli – Adriana Laudani