Perchè, dopo tre Conferenze nazionali svolte a Catania tra il 2015 e il 2017, Federconsumatori ha ritenuto opportuno tornare, lunedì scorso, sull’argomento della mobilità sostenibile? Ritiene evidentemente di poter dare, a partire da un’analisi dettagliata e da proposte molto concrete, un contributo reale al miglioramento della città.
La mobilità infatti, come leggiamo nella Introduzione al documento preparato da Federconsumatori, è oggi una “questione rilevante dal punto di vista sociale” con ricadute importanti sulla qualità di vita dei cittadini.
Per affrontare e risolvere una questione così complessa non basta un elenco di opere da realizzare o di azioni da intraprendere, neanche quelle previste dal Patto per Catania con i suoi 1,8 miliardi di euro di finanziamenti pubblici, per lo più europei.
Quello che serve è soprattutto una “visione strategica ed integrata dei problemi della città”, in modo da permettere ai cittadini di “accedere agevolmente a tutti i servizi diffusi sul territorio”.
Lo ha ribadito, in sede di Conferenza, Maurizio Palermo, che del documento (qui il link per consultarlo) è il principale estensore.
Erano stati ufficialmente invitati a questa occasione di confronto, oltre al sindaco Bianco, i responsabili della Azienda Municipale Traporti (AMT), della Ferrovia Circumetnea (FCE), che gestisce la metropolitana, e della RFI (Rete Ferroviaria Italiana) che fornisce, da Ognina alla Stazione, un servizio metropolitano di fatto inutilizzato per basso numero di corse e alto costo del biglietto.
Discutere delle proposte avanzate in proposito da Fedeconsumatori sarebbe stato importante, ma Rete Ferroviaria alla conferenza non si è vista, e neanche FCE, sebbene molto si sia parlato della metropolitana da cui si attendeva un decongestionamento del traffico che non si è verificato.
Nel suo intervento, Puccio La Rosa, presidente dell’AMT, ha speso molte parole in difesa del proprio operato. Ha citato l’acquisto di nuovi mezzi, per cui è partita la gara d’appalto, il contratto di servizio siglato con il Comune, la linea circolare di Nesima, il 613 , che permette di stabilire un collegamento con la metropolitana, il parcheggio di via Plebiscito al posto della rimessa AMT.
Anche Rosario D’Agata, in rappresentanza dell’Amministrazione, ha mostrato le proprie ‘credenziali’, la pista ciclabile, il ‘lungomare liberato’ ogni mese, la recente delibera sul Byke sharing, il parcheggio Borsellino e quello dell’ex rimessa AMT di via Plebiscito.
“Non era scontato” che queste cose si facessero, ha sottolineato l’assessore, “su altre ancora si sta ancora lavorando”, convergendo di fatto su alcune richieste della Federconsumatori, come la restituzione di una maggiore velocità alla linea BRT.
D’Agata si è detto, inoltre, disponibile a prendere in considerazione la proposta di tariffe differenziate per il parcheggio per scoraggiare la sosta delle auto in centro.
Al di là del fatto che le azioni intraprese da AMT e Amministrazione siano state presentate come conquiste e non come gestione dovuta, è apparsa evidente la mancanza di un progetto complessivo di mobilità cittadina.
Particolarmente significativo ci è parso il caso della rimessa AMT di via Plebiscito trasformata in parcheggio.
Lo scopo dichiarato è quello di contrastare la sosta selvaggia in una zona della città, la via Plebiscito, in cui imperano disordine e arbitrio, nonché quello di liberare dalle auto in sosta e dai parcheggiatori abusivi piazza Dante e dintorni, un’area su cui insistono le facoltà ospitate dal Monastero dei Benedettini e il liceo Spadalieri.
Abbiamo dei dubbi sul raggiungimento di queste finalità, ma soprattutto ci chiediamo se la realizzazione di un parcheggio in una zona centrale e trafficata non rappresenti di fatto un invito implicito a raggiungerla con la propria auto.
Ma l‘uso dell’auto personale non andrebbe piuttosto scoraggiato realizzando alternative efficienti e integrate di trasporto pubblico?
La risposta l’ha data implicitamente, con molto garbo, Giuseppe Inturri del Dipartimento Trasposti dell’Università di Catania, quando ha precisato che “il parcheggio AMT può anche servire, ma dobbiamo fornire un servizio pubblico per questa zona” quotidianamente raggiunta da un alto numero di utenti, ad esempio con una navetta che, da piazza Stesicoro, raggiunga piazza Dante.
Con un esempio concreto, riferito a San Nullo, quartiere che rischia di rimanere tagliato fuori, Inturri ha indicato – tra l’altro – come rientri tra gli scopi dell’AMT quello di “alimentare la metro”.
Ha ipotizzato persino che si realizzi “una maggiore densità urbana attorno alle stazioni della metro”, perchè la vera mobilità sostenibile implica la riduzione degli spostamenti.
DOCUMENTO
Non è mancato, da parte del docente, il riferimento al ruolo della politica, non solo per l’inevitabile ruolo di mediazione che le tocca di svolgere, ma anche perchè ad essa spettano le scelte. Accade, ad esempio, per la Regione che deve ricominciare a finanziare adeguatamente il trasporto pubblico, destinando ad esso una maggiore percentuale dei soldi che riceve dallo Stato.
Che il centro storico venga chiuso al traffico viene auspicato anche dai residenti, che sono intervenuti chiedendo percorsi pedonali nuovi e protetti, ed una manutenzione delle strade che sia rispettosa anche delle loro caratteristiche, come nel caso dei tradizionali basolati.
Queste istanze dei cittadini hanno arricchito il dibattito, concluso dall’intervento di Clelia Papale della Federconsumatori, che ha invitato gli amministratori ad uscire dai ‘palazzi’ e ad avere maggiore coraggio nel fare scelte utili per la città, coinvolgendo tutti coloro, e ce ne sono tanti, disposti a collaborare.
La mobilità, ha detto Papale, ha anche la funzione importante di ‘riannettere’ alla città le periferie, spesso ‘marchiate’, che ne fanno parte a tutti gli effetti e che sono ingiustamente escluse e penalizzate.
Perché mai anche in questa occasione di esame e critica politica, i relatori tacciono accuratamente del grave danno occupazionale ed economico causato a tutti noi nella nostra città di mare che è chiusa al turismo marittimo ed aperta, con una “darsena” abusiva e devastante già costata i primi 100 milioni, anche gruppi sotto indagini, sequestri e confische per mafia?