Luglio, mese di manifestazioni a Niscemi. Giorno uno i No Muos, una settimana dopo un altro corteo, con maggiore partecipazione ‘locale’, per chiedere un bene essenziale, l’acqua che qui arriva ogni 15/20 giorni.
Qualche giorno prima, a fine giugno, è stato arrestato Francesco La Rosa, un politico di lungo corso, eletto sindaco nel 2012, con l’accusa di voto di scambio politico- mafioso. A Niscemi, d’altra parte, il Consiglio comunale è stato sciolto due volte per infiltrazioni mafiose, nel 1992 e nel 2004.
Complicata la vita nella città nissena: da un lato i condizionamenti mafiosi, dall’altro l’arroganza del potente alleato – si fa per dire – statunitense.
Un alleato che all’interno della base, collocata, peraltro, in un’area naturalistica SIC (Sito di Interesse Comunitario), dove l’acqua ovviamente non manca, decide in assoluta autonomia come gestire Muos e antenne NRTF.
Nonostante le difficoltà, molti cittadini non si sono arresi e non si arrendono, anche se la mobilitazione è meno diffusa rispetto agli anni precedenti. Pesano le sconfitte legali e l’attivazione del Muos, anche se il complesso iter giudiziario non si è definitivamente concluso.
Eppure potrebbe verificarsi un salto di qualità, se il movimento sarà capace di unificare le diverse rivendicazioni, il diritto alla salute contro le radiazioni nocive, il rifiuto della guerra, il diritto all’erogazione regolare dell’acqua, il contrasto alle infiltrazioni mafiose.
L’attuale sindaco, Massimiliano Conti, ha preso ufficialmente posizione condividendo le ragioni di chi ha manifestato a luglio. Un segnale positivo, a patto che, nel contempo, ci si impegni per liberare la Città da qualsiasi condizionamento.
Condizione essenziale perché non si ripeta il copione ‘brillantemente’ interpretato da La Rosa così come emerge nell’intervista inedita, resa a suo tempo a Sebastiano Gulisano, che oggi la ‘recupera’ su I Siciliani Giovani.
“Io ero assessore di quella amministrazione [sciolta per infiltrazioni mafiose n.d.r.] e non mi sentivo condizionato, ci ha raccontato La Rosa, quattro anni e mezzo fa, seduti al tavolino del bar davanti al Municipio di cui sei mesi prima era diventato sindaco, grazie ai voti acquistati dai boss Giugno e Barberi, secondo quanto sostengono i magistrati di Caltanissetta che ne hanno disposto l’arresto. Ho parlato di danno all’immagine della mia città – è sempre La Rosa a parlare – e sarei stato felice se m’avessero detto: questi soggetti si sono infiltrati e li avessero condannati. E il Comune si sarebbe potuto costituire parte civile”.
Ecco, a Niscemi occorre un salto di qualità. C’è bisogno della generosa e concreta utopia (nel senso della cocciuta rivendicazione del disarmo e della pace) che ha caratterizzato, insieme con le tante azioni di protesta, il movimento No Muos.
Ma serve anche una rinnovata partecipazione dei cittadini, in grado di ridare dignità alla politica se al centro della mobilitazione verranno coerentemente rivendicati i diritti. In opposizione ai favori.
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Questa è una battaglia non contro qualcuno ma per noi stessi e la possiamo facilmente vincere cambiando stile di vita, di produzione e di consumo