La Riserva Naturale del Simeto deve diventare un parco suburbano o restare, anzi tornare pienamente ad essere, un’area naturale protetta?
E’ la domanda di fondo contenuta nel Comunicato Stampa diffuso da Giuseppe Rannisi, a nome della Lipu, dopo la recente presentazione del progetto Nuova Oasi.
Un progetto pubblicizzato come capace di rilanciare un’area abbandonata e permettere che vi si possa ‘osservare la natura, fare un pic nic, una passeggiata in bicicletta o a cavallo’, come dichiarato dal sindaco Bianco.
Cosa andranno ad ammirare gli appassionati, le scolaresche, i turisti se le caratteristiche di questo luogo, già in buona parte snaturato, non saranno ripristinate in modo da richiamare nuovamente gli uccelli che lo popolavano in grande quantità?
La prima cosa da ripristinare, scrive Rannisi, sono proprio le zone umide prosciugate nel 2010 da un maldestro intervento della Protezione Civile che, con la pulizia del canale Jungetto, “ha bonificato idraulicamente l’area” uccidendo ben 120 ettari di zone umide.
E’ mancata, prima dell’intervento, la Valutazione di incidenza, sono mancati gli eventuali interventi compensativi, e per questo l’Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione (EU Pilot 6730/14/ENVI) non ancora conclusa.
Uccelli ce ne sono sempre meno, soprattutto “le specie faunistiche di interesse conservazionistico” e i capanni per l’osservazione sono stati distrutti dall’incendio dell’anno scorso e non più ricostruiti.
Se non si pone al primo posto l’obiettivo di ricreare gli habitat che attraggono l’avifauna, se non si fa un piano per proteggere le dune dal “calpestio di persone e cavalli”, e via discorrendo, l’Oasi “sarà relegata al rango di parco suburbano dotato di tanti vincoli inutili e tutta l’operazione avviata diventerà solo l’ennesima operazione di facciata”.
Il progetto “Nuova Oasi”, promosso dall’Associazione Orione in collaborazione con istituzioni e organizzazioni locali, ha ricevuto un finanziamento europeo di 250.000 euro a cui si aggiungono i 70 mila euro da parte dei partner pari al 20% del budget totale destinato all’iniziativa per un totale 320.000 euro.
Domanda: i soldi europei sarebbero arrivati anche per un parco che non avesse le caratteristiche rare che hanno fatto dell’Oasi – fino a qualche anno fa – una tappa fissa delle rotte di molte specie di uccelli migratori?
Leggi il Comunicato della Lipu
A trent’anni dalla sua costituzione la RNO (Riserva Naturale Orientata) Oasi del Simeto sta conoscendo in questi giorni un nuovo momento di interesse grazie al progetto “Nuova Oasi” presentato agli organi di informazione giorno 18 aprile dal Sindaco della Città Metropolitana, nonché Sindaco di Catania, on. Enzo Bianco, presso il Centro Polifunzionale della Riserva. Da qui dovrà partire la fruizione turistica ed il monitoraggio della riserva.
Alla Lipu fa piacere che dopo tanti anni da quando sono iniziate le demolizioni di edifici abusivi, il Sindaco si ricominci ad interessare delle sorti della Riserva, che nel frattempo è divenuta anche nodo importante della Rete Natura 2000 in quanto Sito di Interesse Comunitario ITA 07001, Direttiva habitat, e Zona di Protezione Speciale ZPS ITA 070029 ai sensi della Direttiva Uccelli.
Le massime espressioni dell’importanza naturalistica, l’area in oggetto le aveva espresse fino al 2010 quando inopinatamente gran parte delle zone umide (120 ha) furono prosciugate per un maldestro intervento della Protezione Civile di Catania che con un intervento di pulizia del canale Jungetto ha bonificato idraulicamente l’area riportandola come negli anni “60 dopo le bonifiche della Piana e di Pantano d’Arci. Per questo improvvido intervento, privo di regolare Valutazione di Incidenza, l’Unione Europea ha aperto una procedura di infrazione EU Pilot 6730/14/ENVI non ancora conclusa.
Dato questo rinnovato interesse per l’area protetta, la Lipu chiede alla S.V. di volersi attivare per:
- ripristinare le zone umide danneggiate o prosciugate in modo da ricreare gli habitat per le specie faunistiche di interesse conservazionistico oggi scomparse o di cui sono rimaste popolazioni residue;
- acquisire i terreni più importanti per la fauna e gli habitat più rari per sottrarli alla distruzione o a contenziosi con i privati;
- creare una rete di sentieri che non disturbi la fauna protetta e gli habitat, assoggettandola a specifica Valutazione d’Incidenza;
- eliminare gli edifici abusivi incompatibili con la tutela dell’area protetta e degli equilibri in essa esistenti, redigendo il Piano di Utilizzo della Zona B, i cui lavori sono in corso;
- eliminare le fonti di disturbo, quali la pesca abusiva, la balneazione nei tratti non consentiti, il calpestio delle dune di persone e di cavalli, la navigazione nelle acque interne, l’attraversamento con moto e quad di arenili e dune, la caccia, i rifiuti ecc.
- attuare il Piano di Gestione dei Sito Natura 2000 approvato dalla Regione.
La Lipu chiede che venga gestita l’area con le finalità proprie dell’area protetta, con particolare riguardo alla fauna e agli ambienti per la cui rarità è Riserva naturale e Sito Natura 2000.
Se la fruizione e la gestione consentiranno di tutelare tali beni l’area avrà una funzione ed una importanza di valenza internazionale e farà parte di circuiti di turismo naturalistico che potranno dare valore aggiunto alla nostra città.
Qualora invece la fruizione e la gestione non terranno nella debita attenzione gli aspetti conservazionistici e non verranno ricostituiti habitat e catene alimentari, il valore dell’area sarà relegato al rango di parco suburbano dotato di tanti vincoli inutili e tutta l’operazione avviata diventerà solo l’ennesima operazione di facciata.
ing. Giuseppe Rannisi – Lipu Catania, componente del Consiglio Regionale per la Protezione del Patrimonio Naturale dell’ARTA.