Acceso per tre giorni, dal 13 al 15 gennaio, per verificare che il suo funzionamento non comporti danni alla salute dei cittadini e all’ambiente. Parliamo del Muos, sistema di comunicazione per utenti mobili, di cui ci siamo più volte occupati, e la decisione di procedere a questa ulteriore “verificazione” è stata presa dal Consiglio di Giustizia Amministrativa (CGA) di Palermo, l’organo di appello del Tribunale Amministrativo Regionale.
Il Tar aveva già nominato un verificatore, Marcello D’Amore, professore emerito di elettrotecnica all’Università la Sapienza di Roma, il quale aveva individuato i punti deboli della documentazione sulla base della quale furono date le autorizzazioni per realizzare il Muos. Autorizzazioni poi revocate, con successiva revoca della revoca.
Il CGA, dopo aver annullato tutte le revoche, ha ritenuto necessario un approfondimento dei vizi delle autorizzazioni originarie (giugno 2011) e ha disposto una nuova verificazione, affidandola ad un collegio di 5 verificatori, soltanto due dei quali nominati dal Presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e dal Presidente del Consiglio universitario nazionale (CUN) e cioè soltanto due tecnici.
Gli altri tre sono invece dei ministri in carica, quello della salute, dell’ambiente e delle infrastrutture e dei trasporti.
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Perchè proprio loro? perchè la realizzazione del Muos comporta preoccupazioni e rischi per la salute dei cittadini, per l’ambiente e per la navigazione aerea, essendo vicini gli aeroporti di Comiso, Fontanarossa e Sigonella.
E’ indubbio che tra i vizi ‘genetici’ della costruzione del Muos ci sia infatti quello della sua ubicazione, non solo adiacente ad un grosso centro abitato ma -per di più- all’interno di una riserva naturale, la Sughereta di Niscemi, da tutelare per la sua unicità e importante per la protezione dell’avifauna e la difesa della biodiversità.
Quanto al rischio di ricadute sulla sicurezza del traffico aereo, il problema era chiaro sin dall’inizio tanto da sconsigliare la realizzazione della struttura nell’area di Sigonella.
La partecipazione dei ministri al collegio di verificatori, però, oltre a non assicurare la ‘terzietà’ e la competenza tecnica necessarie alla valutazione, contiene anche una pesante ipoteca politica.
Il governo e in particolare il ministero della Difesa sono già pesantemente intervenuti nella vicenda e si sono dimostrati molto accondiscendenti nei confronti delle richieste del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che ha voluto il Muos e vuole portare fino in fondo questo progetto.
I Comitati No Muos stanno manifestando il proprio dissenso rispetto a questa verificazione definita “una farsa” e chiedono a tutti gli attivisti, le associazioni e le realtà che sostengono la lotta No Muos di divulgare e far firmare l’appello che hanno diffuso.