Posteggiatori abusivi, venditori ambulanti, lavavetri, ecco la realtà variopinta e variegata di individui che – in barba alla legalità – occupa giornalmente piazze, incroci, strade della nostra città.
A rendere più oscuro, o forse più chiaro, il quadro sono arrivate, qualche giorno fa, le dichiarazioni di un pentito sul ruolo dei Santapaola nel controllo dei parcheggiatori abusivi in zona stazione.
E i cittadini? Qualche settima fa con gli hastag #monasteroabusivo# e #noncisto# una studentessa di Scienze Umane dell’Ateneo presso il monastero dei Benedettini di piazza Dante di Catania, ha provato a coinvolgere almeno gli studenti contro il consolidato malcostume di chiedere soldi, sia in forma aggressiva sia in forma silente, per ‘custodire’ le autovetture parcheggiate.
Prontamente tutte le istituzioni universitarie e comunali sono intervenute con la richiesta alle Forze dell’ordine di maggiore controllo e vigilanza nella zona e alla Sostare di offrire ai giovani universitari maggiori facilitazioni per la sosta.
Sicurezza, controlli, sosta facilitata non sono però sufficienti a risolvere il problema della “mobilità”, a cui si lega anche quello dei parcheggi. Del problema si sta occupando Giuseppe Inturri, ricercatore del dipartimento di Ingegneria a Catania, il quale ribadisce che traffico, parcheggi e smog sono le naturali conseguenze di spostamenti fatti prevalentemente con le auto.
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Sul trasporto pubblico pesano i tagli imposti dalla regione, che ha costretto l’AMT a passare da 13 milioni di chilometri percorsi annualmente ai 7 milioni attuali.
L’uso delle bici è scoraggiato dalla mancanza di appositi percorsi, la pedonalizzazione dell’area attorno all’Università, proposta dagli studenti del Dipartimento di Scienze umanistiche, è stata definita “complicata” dal vice sindaco Marco Consoli, la creazione di nuove aree di parcheggio nelle vicinanze di piazza Dante, oppure l’aumento delle tariffe orarie, creerebbero ancora più danno favorendo il traffico passivo e la crescita del parcheggio illegale, come fa osservare Inturri.
Per “lavorare sulle modalità alternative” e invertire la tendenza ad usare solo le automobili servirebbe un cambiamento culturale che può realizzarsi offrendo all’utenza servizi di trasporto capillari, puntuali ed efficienti, ma anche controlli più incisivi e costanti da parte delle forze dell’ordine.
Nel frattempo siamo ‘costretti’ a fare i conti con le figure dei posteggiatori abusivi e a divenire in certo senso complici di un comportamento illegale.
Abbiamo visto, all’inizio del 2015, i parcometri di Sostare divelti in alcune piazze di Catania, Spirito Santo, Gambino, Lupo, Manganelli. Sappiamo che, nei pressi del Cimitero, alcuni baby posteggiatori regolamentano il parcheggio delle auto nei giorni di visita alle cappelle dei defunti.
Qualcuno li ha definiti la migliore gioventù di zia Lisa, piccoli capi che crescono compiendo azioni illecite nella convinzione di essere addirittura utili al buon funzionamento del traffico. O di essere “brave persone” che aiutano gli studenti dell’università di Catania, come afferma Maurizio, carpentiere, storico posteggiatore illegale di Piazza Dante, intervistato qualche giorno fa a seguito delle proteste degli studenti.
Maurizo esercita insieme al fratello, da circa vent’anni, questa attività e si meraviglia delle lamentele dell’utenza sui posteggiatori abusivi. Ritiene di aver instaurato rapporti di fiducia e di rispetto con docenti e studenti offrendo un servizio di custodia e privatizzando spazi della piazza per i suoi clienti, anche con transenne.
Non lo sfiora, neanche per un istante, il dubbio di essere nell’illegalità. Probabilmente sconosce l’esistenza dell’articolo 134 del ‘Testo unico per le leggi di pubblica sicurezza’, che dispone “senza licenza del Prefetto è vietato ad enti e privati di prestare opere di vigilanza o custodia di proprietà mobiliari e immobiliari”.
Anche l’utenza rivolgendosi a questi soggetti avalla i comportamenti illegali, instaurando addirittura un rapporto fiduciario “privato” che dà più sicurezza di quello pubblico .
Ma di quali strumenti giuridici dispongono le forze dell’ordine per debellare il fenomeno dei posteggiatori abusivi? Secondo il segretario provinciale del SIAP, il sindacato della polizia, Vendemmia lo strumento normativo è poco incisivo.
Prima del 2001 l’art. 121 del Testo unico e il codice penale prevedevano le sanzioni dell’arresto e dell’ammenda; nel 2001 questo articolo è stato abrogato e sostituito dal comma 5 bis dell’art.7 del codice della strada, che ha depenalizzato il reato e ha ridotto la sanzione ad una semplice contestazione amministrativa (al pari della guida senza casco) che -una volta commutata- non impedisce di continuare a svolgere l’attività illegale. Quale la ratio di questo provvedimento?
Le righe finali fanno cadere le braccia a terra. Insomma praticamente per evitare questa costante estorsione non avrebbe senso neanche far intervenire le forze dell’ordine (ammesso che vengano).
Proprio così Shadow, è come lottare contro i mulini a vento di DonChisciottiana memoria.
Ma allora che fare!?
Probabilmente è proponibile ed utile comportarsi civilmente anche in situazioni incivili, cioè:
– comportarsi educatamente con “gli abusivi” (perchè sempre di persone si tratta)
– rispondere con un diplomatico “ora non n’haiu, spiramu quannu tonnu chiù taddu”…
– e comunque discutere ed anche, avendo tempo, trattare, dato che in fin dei conti per una coesistenza pacifica di tutti essere bruschi o, peggio litigare, è controproducente