Ancora un campeggio NoMuos, ancora un corteo alla sughereta di Niscemi.
Il MUOS è sotto sequestro, spento e non funzionante, ma questo non ha determinato la fine delle proteste e delle mobilitazioni.
E ciò per almeno due buoni motivi: si tratta di un sequestro cautelare, e quindi provvisorio, in attesa di un procedimento giudiziario i cui tempi – e il risultato finale – sono imprevedibili.
Intanto le antenne NRTF continuano a funzionare, a inquinare, a supportare i venti di guerra.
Non allentare la pressione e contestare la base militare della marina statunitense rimane, perciò, decisivo per ottenere il risultato da tanti sperato: lo smantellamento della base e la totale smilitarizzazione della riserva SIC sughereta.
Obiettivo difficile da raggiungere, tenendo conto del servilismo dimostrato dal governo nazionale e da quello siciliano e delle parole minacciose dell’ambasciata statunitense in Italia, che, dopo aver ribadito l’importanza strategico-militare della struttura, ha espresso fiducia in una positiva risoluzione del contenzioso giuridico in modo tale che il MUOS possa essere attivo fra qualche mese.
Dal 6 agosto il campeggio in contrada Ulmo è divenuto operativo. Nella notte fra il 6 e il 7, decine di NoMuos, sono riusciti ad aprire alcuni varchi nella recinzione, e ciò nonostante la sorveglianza dei militari e della polizia e nonostante le nuove forme di “difesa” della struttura: un faro illumina una parte del perimetro della base e dello stesso presidio permanente, mentre a ridosso delle reti sono stati posizionati chilometri di filo spinato israeliano. Tutto questo non ha impedito che le azioni di disturbo continuassero.
Ma il campeggio non è solo “azione militante”, molti gli incontri e le occasioni di confronto, soprattutto rispetto alle diverse resistenze territoriali (quei comitati, come i No Triv e altri, che si battono contro la devastazione dell’ambiente, modello “sblocca- Italia”) e alle varie esperienze antimilitariste e antimperialiste, con riferimento soprattutto a quanto sta avvenendo, oggi, nel Rojava, in Ucraina e in Palestina.
Giorno 8, alle 15,30, nonostante la pioggia è partito il corteo. Un migliaio di persone ha partecipato alla tradizionale “battitura” e successivo taglio di una parte delle reti di recinzione e, nonostante i veti delle forze dell’ordine, ha proseguito verso il MUOS, arrivando in cima alla collina.
Infine, va segnalato che nella manifestazione contro la guerra svoltasi a New York, in contemporanea con quella di Niscemi, si è formato un presidio di solidarietà e informazione contro il MUOS.
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