“Il sequestro del MUOS richiesto dalla Procura e disposto dal GIP di Caltagirone, dà atto di quanto stabilito dal TAR di Palermo il 13 febbraio scorso, e cioè che si tratta di un’installazione priva di autorizzazioni e pertanto illegittima ed abusiva”, scrivono i legali del coordinamento dei comitati NO MUOS.
Ed è proprio ai Comitati che
deve essere riconosciuto, anche quando -dopo l’installazione delle parabole- sembrava che fosse caduta ogni speranza, di non aver mai gettato la spugna.
Hanno alternato i blocchi davanti ai cancelli della base della marina statunitense all’opera di informazione, alle manifestazioni e ai cortei (giunti più volte anche all’interno della base). Hanno perseguito, coadiuvati da un pool di avvocati che si è speso con assoluta disponibilità e coerenza, tutte le possibili strade dell’opposizione legale.
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Per una volta, Davide ha sconfitto Golia. La procura di Caltagirone ha finalmente imposto i sigilli, a conferma “che quell’installazione non può e non deve entrare in funzione”.
In sostanza, è fallito l’arrogante disegno delle forze militari USA, in ciò supportate dal Governo italiano e da quello siciliano, di mettere tutti di fronte al fatto compiuto, in modo che non si potesse più tornare indietro.
La manifestazione nazionale di oggi, 4 aprile, non poteva perciò nascere sotto migliori auspici.
Ovviamente, il coordinamento dei Comitati e tutti coloro che parteciperanno ad un corteo che si prospetta come una vera e propria giornata di festa, sanno bene che non è stata ancora scritta la parola fine.
Infatti, come ricordano i legali, “avverso la sentenza del TAR il Ministero della Difesa italiano ha presentato appello, la cui udienza per la richiesta di sospensiva si terrà il prossimo 15 aprile presso il CGA di Palermo.
Come legali del coordinamento dei comitati proseguiremo nella battaglia giudiziaria fino alla fine, a fianco di tutti gli attivisti e i comitati NO MUOS, per difendere il diritto di tutti a vivere in un posto libero da inquinamento, devastazione e guerre”.
Manifestare, però, avendo ottenuto che abusive siano state dichiarate le parabole, e non chi le contesta, è un’importante e più che piacevole sensazione.