Dopo l’assemblea del 24 gennaio, non si ferma l’impegno del Comitato No PUA per evitare la cementificazione del litorale della Playa, prevista dal progetto della società Stella Polare.
Il Comitato ha già consegnato alla Procura un’integrazione all’esposto presentato alcuni mesi addietro.
Oggetto dell’integrazione la delibera votata dal consiglio comunale nella seduta dello scorso nove dicembre in cui, con maggioranza trasversale, fu espresso un voto favorevole che snaturava il parere del Consiglio Regionale Urbanistica (CRU) ignorando le preoccupazioni relative alla difesa del paesaggio.
Con quale motivazione? Come sostenuto in aula, nella medesima giornata, dal consigliere Manlio Messina, l’osservanza stretta dei vincoli ribaditi dall’organo consultivo regionale (voto CRU n.199 del 10/09/2014 ) rischierebbe di portare le imprese al fallimento! E pazienza se il progetto distruggerà un bene unico e prezioso su cui si potrebbe basare uno sviluppo duraturo e sostenibile.
Per i consiglieri si potrebbe, a parere del Comitato No Pua, addirittura configurare una ipotesi di reato, quella di abuso d’ufficio contemplata dall’art. 323 del Codice penale. Alla Procura il Comitato ha comunque chiesto: “di voler acquisire tutta la documentazione necessaria relativa al PUA e alla delibera consiliare citata”.
La storia del PUA è lunga e questo blog ne ha più volte parlato. A ripercorrerla ci si perde nelle carte imbastite di burocratese, di rimandi legislativi, di regolamenti ferrei (ma con possibili variazioni), di passaggi ping-pong tra Regione e Comune, con la costituzione di commissioni, sottocommissioni, CRU, VAS e quant’altro!
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Un esempio è fornito proprio dall’ambiguo parere del CRU, degno di don Abbondio. Nella seduta del settembre 2014 il Consiglio statuisce infatti che “la variante al PRG di Catania, denominata PUA, adottata con delibera n.21 del 17.4.2013,” sia meritevole di approvazione, in conformità con le considerazioni che precedono”.
Molte le questioni dibattute nel corso dell’assemblea svoltasi nella sede dell’Orto Botanico, in un’aula gremita di cittadini e di rappresentanti delle associazioni.
Oltre alle relazioni di natura tecnico-urbanistica e legale-giuridica relative al Piano, si è discusso infatti anche di un nuovo modello di sviluppo per la città di Catania.
Un tema caldo e attualissimo, verso cui la città ha dimostrato attenzione e interesse e che avrebbe meritato di essere trattato all’interno della sala consiliare del Palazzo degli Elefanti, come i rappresentanti del Comitato avevano chiesto. Una richiesta di fatto negata dalla pretesa che venisse pagata la parcella di affitto della sala, i cui costi -inaccessibili per gruppi che si autofinanziano- sarebbero forse adeguati per svolgere un elegante matrimonio !!
Vi possono essere soluzioni oneste e rispettose dell’ambiente? Sicuro, ma in primo luogo è necessario coinvolgere i cittadini, svegliarli dal sonno dell’indifferenza.
Ada Romeo di Operaperta è intervenuta ricordando che le prospettive di sviluppo si fondano su sostenibilità, partecipazione, lungimiranza e diffusione nella città. Il coinvolgimento dei cittadini ha dei positivi esempi come nella High Line di New York, dove una associazione di cittadini ha bloccato l’abbattimento della struttura per trasformarla in un’ area di verde pubblico.
Che fare allora? Valorizzare il patrimonio esistente come è avvenuto qui a Catania con il monastero dei Benedettini; creare poli di attrazione per far nascere indotti di qualità: il Guggenheim Museum a Bilbao attira 1.500.000 visitatori l’anno; diffondere laboratori culturali come il Farm Cultural Park a Favara; aprire la città al mare.
Si tratta di capovolgere la prospettiva di sviluppo della città partendo dai bisogni della gente e non dalla speculazione edilizia e affaristica.
Tra gli interventi di esponenti della società civile e politica, Gianina Ciancio del M5S ha sottolineato come il progetto della società privata “Stella Polare” che prevede un piano di cementificazione del litorale potrebbe essere annullabile ricorrendo all’Unione Europea.
L’eurodeputato del M5s Ignazio Corrao ha, infatti, presentato una interrogazione su un’ipotesi di infrazione comunitaria EU-Pilot perché la Regione Sicilia non si è adeguata alle direttive europee sull’applicazione obbligatoria della VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che fissa rigorose procedure per la protezione dell’ambiente naturale, la salvaguardia dei beni culturali e la salute dei cittadini.
Gianfranco Caudullo, ingegnere e tra i relatori dell’incontro, ha commentato così: “ la riapertura del procedimento di infrazione europea Eu-Pilot 1655/10/ENVI potrebbe essere un autentico terremoto per l’attività urbanistica della Regione Sicilia che nel 2014 ha emesso con una semplice delibera di Giunta un proprio regolamento VAS per i Prg e le varianti come il Pua.
Se si riaprisse la pratica molti di questi piani potrebbero essere azzerati”.
Proposte interessanti sono state fatte anche da Giovanni Caruso del GAPA che ha suggerito che, piuttosto che cementificare la città, si ristrutturino i quartieri di Civita, Angeli Custodi, S. Cristoforo e si avvii il recupero delle attività artigianali sottraendo i giovani alla manovalanza mafiosa. Un progetto che prevede di “sporcarsi” le mani e andare in quei quartieri anche per informare la gente.
Più amaro l’intervento dell’architetto Leone che ha parlato dell’assenza di un progetto della città, dell’assenza di controlli, dell’assenza di progettualità dei trasporti, ferroviari, aerei e portuali.
Nel porto purtroppo non vi è la “assenza di progettualità” denunciata dall’ Arch. Leone; al contrario vi è ancora la scellerata progettualità che prevede la edificazione sulle banchine di “soli” 1.509.500. metri cubi di fabbricati di cui ben 400.000. destinati come “porto turistico”. Orbene, pur volendo ignorare la Legge portuale 84/94 che permette semplici approdi per la nautica che sono ben diversi dai “porti”, resta il problema di farsi spiegare dall’ autore di tale Piano Regolatore Portuale, oggi ripresentatosi alla città quale Commissario del nostro porto, quali sia la destinazione d’uso di tanti edifici, quale ne sia la fonte finanziaria occorrente e quale rispetto gli stessi edifici abbiano per il paesaggio, per l’ambiente e per l’urbanistica.
Se a tale cementificazione del PRP si aggiunge quella altra del PUA e completa la triste opera quella sulla foce del Simeto che tuttora continua, il quadro è chiaro per il nostro futuro e per quello dei nostri figli: la fuga presso città civili.
Il commento del comitato Porto del Sole è haime’ superficiale ed approssimativo, svela una totale ignoranza sulle previsioni del PRP e sul suo stato di attuazione. Il PRP è argomento diverso dal PUA, del quale adesso si sta discutendo, non è opportuno distrarre l’attenzione.
Una opposizione è efficace solo se è precisa e circostanziata, altrimenti è solo una finta opposizione, strumento di sistemi di governo che negano il confronto.
Sempre disponibile sempre per un confronto tecnico
Cordialità gianfranco caudullo
promuovere il procedimento di infrazione europea è una soluzione giusta e dovrebbe essere attivata chiamando a raccolta gli avvocati che intendono aderire per promnuovere l’iniziativa. Parlare del Nuovo modello di sviluppo è generico ed errato ed è preferibile chiedere che si dia inizio ad uno studio per la redazione di un piano regolatore che recepiusca le leggi vigenti in tema di standard urbanistici, allo stato violati ed inesistenti. Posso suggerire il nome di avvocati bravi che possono dare un aiuto. Per le riunioni si potrebbe chiedere l’uso delle sale delle Cominiere che un tempo venivano usate senza il pagamento di balzelli varii.Bisogna chiedere alla provincia.