Luca Odevaine, coinvolto appieno nel “ramificato sistema corruttivo” che utilizzava il metodo mafioso pur non avendo legami con altre organizzazioni meridionali, è consulente del Consorzio Calatino Terra d’Accoglienza, che gestisce il CARA (Centro di Accoglienza per i migranti) di Mineo.
E’ la cosiddetta ‘Mafia Capitale’, che usava -secondo la Procura di Roma_ il “sistema Odevaine” per trasformare il dramma dell’immigrazione in una fonte di guadagno e potere.
Probabilmente, per caratteristiche e dimensioni, ciò che ha scoperto l’inchiesta del Ros, va addirittura al di là di quanto denunciato dalle organizzazioni antirazziste.
Oggi il Consorzio che gestisce il CARA ha sospeso la collaborazione con Odevaine. Rimane aperta la domanda sui flussi di finanziamento da lui indirizzati, approfittando del proprio ruolo, verso ‘sponde amiche’.
Scrivono i PM romani che Odevaine ha condizionato ‘ le scelte del Tavolo di Coordinamento Nazionale sull’accoglienza per i richiedenti e titolari di protezione internazionale, al fine di creare le condizioni per l’assegnazione dei flussi di immigrati alle strutture gestite dai soggetti economici riconducibili a Buzzi e Coltellacci’.
Flussi pilotati, quindi, a quanto pare, in modo tale che le risorse indirizzate verso Mineo potessero essere, successivamente, redistribuite in tutta Italia, come si deduce da un’intercettazione telefonica riportata da L’ora quotidiano.
Il ‘personaggio’ può infatti definirsi trasversale, capace di sviluppare interlocuzioni con forze politiche e sociali dagli orientamenti più vari (da Veltroni ad Alemanno, appunto) e di ‘lavorare’ gomito a gomito anche con esponenti della cosiddetta banda della Magliana e/o estremisti appartenenti ai gruppi italiani neofascisti.
“Odevaine -leggiamo su Il sette e mezzo magazine – è stato responsabile delle relazioni istituzionali del Cara di Mineo ed è stato nominato esperto consulente del “Consorzio Terra d’Accoglienza” il 29 luglio 2013 a seguito della deliberazione del C.D.A. del 24 maggio 2013 che ha accolto la segnalazione dell’allora presidente del Consorzio Giuseppe Castiglione e dato mandato allo stesso di nominarlo.
Castiglione motivò la sua proposta poiché Odevaine aveva “maturato molta esperienza nel settore soprattutto presso il Ministero dell’Interno” ed era “un profondo conoscitore delle problematiche legate all’immigrazione”.
“Nel periodo agosto-dicembre 2013 Odevaine ha ricevuto per prestazioni professionali 5.280 euro più un rimborso spese, per un totale di 8.217,75 euro” scrive ancora Il Sette e Mezzo.
L’incarico è stato poi riconfermato il 7 gennaio 2014 con scadenza triennale sino al 31 dicembre 2016 da Anna Aloisi, sindaco di Mineo. Le competenze previste dall’incarico “vanno dall’attività di vigilanza all’andamento degli uffici e dei servizi, dai rapporti con Enti e Istituzioni pubbliche alla programmazione progettuale a rilevanza europea, nazionale e regionale. La somma impegnata dal provvedimento di nomina nel bilancio 2014, alla voce “spese per il personale” è di euro 11.712”.
Ultimamente Odevaine ha anche fatto parte della commissione aggiudicatrice della gara appalto per la gestione dei servizi al Cara di Mineo espletata nel giugno scorso e vinta dall’Ati Casa della Solidarietà, nome nuovo dietro cui stanno le coop. che hanno gestito il Cara sinora: Sisifo, Sol.Calatino, Senis Hospes, Cascina Global Service, Pizzarotti e c. s.p.a, comitato provinciale della Croce Rossa Italiana.
Parlare di larghe intese per questo raggruppamento di aziende -scrive L’Ora quotidiano – è un eufemismo. “In prima fila tra le coop che gestiscono Mineo, infatti, c’è la Sisifo, la cooperativa aderente a Legacoop, vicina al centro-sinistra, finita agli onori della cronaca quando gestiva il Cie di Lampedusa. Sisifo è un asso pigliatutto dell’accoglienza, dato che ha vinto anche l’appalto per Cara di Foggia e amministra il Cspa (Centro di soccorso e prima accoglienza) di Cagliari. Insieme a Sisifo, rivince l’appalto per gestire la Cascina Global Service, che fornisce i pasti ai migranti ed è vicinissima a Comunione e Liberazione. Nel consorzio di cooperative ci sono poi la Senis Hospes, la Croce Rossa e Casa della Solidarietà, più Pizzarotti di Parma, che è proprietaria delle villette del residence degli Aranci”.
“Il 20 giugno del 2014 Odevaine è stato nominato dal Consorzio Terra d’Accoglienza anche collaboratore a tempo determinato part-time (50% dell’orario intero di lavoro) -scrive Il Sette e Mezzo- dell’Ufficio “Progettazione, gestione e rendicontazione fondi europei”, che opera alle dirette dipendenze della Direzione Generale del Consorzio.
Odevaine dovrà occuparsi dei fondi europei già assegnati dal Ministero dell’Interno al Consorzio e degli ulteriori finanziamenti a valere su fondi europei a favore di migranti e richiedenti asilo, ospiti del Cara di Mineo. Per la stipula del contratto di lavoro nel corrente anno la somma impegnata è pari a euro 6.700, compresa Irap, al lordo delle trattenute previste per legge e detta spesa comporterà per l’anno 2015 un impegno finanziario complessivo pari a 12.872,02 euro, al lordo delle trattenute previste per legge”.
Dato questo -prevedibile- quadro, tutti sono chiamati a riflettere sulle politiche di accoglienza -si fa per dire – sviluppate nel nostro Paese e sulla necessità di porre fine a strutture, come il CARA di Mineo, che, per caratteristiche e dimensioni (ora anche per le inchieste giudiziarie), non possono garantire nessun progetto di vera integrazione e/o contaminazione.
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