Vale la pena di fare la raccolta differenziata dei rifiuti domestici? Un nostro lettore ci racconta come ha ottenuto uno sconto di quasi 45 euro sulla bolletta della spazzatura oltre che compost per il suo giardino. E’ un vantaggio a portata di mano per chi risiede nei paesi etnei, adesso tocca al Comune di Catania, che non ha ancora introdotto dei ‘premi’ per chi consegna alle isole ecologiche i materiali riciclabili. Potrebbe essere la carta vincente per indurre i catanesi a fare davvero la differenziata e per avere una città più pulita.
Abitando in un paese etneo ho il piacere di ammirare lungo il percorso tra la città e il mio luogo di residenza festoni di sacchetti di spazzatura e rifiuti di ogni genere che si srotolano quasi senza soluzione di continuità ai bordi della strada.
Da quando in molti paesi dell’hinterland catanese i cassonetti della spazzatura sono stati eliminati, molti miei concittadini per evitare di separare e raccogliere i materiali da lasciare nei giorni stabiliti davanti alla porta di casa loro, mettono a casaccio nei sacchetti tutto quello che intendono buttare e se lo portano dietro mentre vanno in città. Lo buttano poi nel primo cassonetto utile, dedicato all’indifferenziata o all’umido (sono gli unici facilmente apribili…) o lo lasciano appunto sui bordi della strada.
Perché trovino così difficile raccogliere separatamente plastica e lattine, carta e vetro, francamente non lo so. Certo è necessaria un po’ di pazienza e anche un po’ di spazio per conservare i materiali in attesa del giorno stabilito per il loro ritiro, ma non so se il vero problema sia questo, anche perché, in molte abitazioni di paese lo spazio si può trovare.
Certamente dove è stata avviata la raccolta differenziata, molte persone stanno imparando a farla o lo hanno fatto da subito, a dimostrazione che non è un’impresa impossibile.
Ma c’è un tasto ulteriore che può fare scattare l’interesse di tutti, il vantaggio economico (da prendere in considerazione soprattutto in tempo di crisi) che si può ricavare dalla separazione dei materiali. E non parlo solo del vantaggio per la collettività (minori spese dei comuni per il conferimento in discarica, possibilità di una riduzione generalizzata della tassa qualora si raggiunga una certa quota di raccolta, maggiore pulizia del paese…).
Parlo proprio di un vantaggio individuale, di soldi che non escono più dalla tasca e quindi è come se ci entrassero. Come? Portando la plastica, le lattine, la carta, il vetro direttamente ad una delle isole ecologiche attivate in quasi tutti i centri abitati.
Oltre ad effettuare la raccolta porta a porta secondo un calendario settimanale prestabilito, ogni paese infatti ha la sua isola ecologica al margine dell’abitato e chi vi conferisce direttamente i propri rifiuti ne ottiene uno sconto più o meno significativo sulla bolletta della spazzatura, calcolato sulla quantità dei materiali depositati.
Per ogni tipo di materiale è stabilito un prezzo al chilogrammo che naturalmente varia a seconda del suo ‘pregio’, per cui si va dagli 0,208 euro/kg per l’alluminio, allo 0,078 per il vetro e il legno.
In tal modo tutto ciò che è riciclabile -carta, cartone, plastica vetro, alluminio, legno, metalli e indumenti- invece che andare a deturpare i bordi delle strade si trasforma in denaro.
Anche una famiglia piccola e non particolarmente ‘consumista’ come la mia, andando a scaricare circa una volta al mese e conferendo quasi esclusivamente carta, cartone, vetro e plastica, lo scorso anno è riuscita a risparmiare la non trascurabile cifra di 42,17 euro.
Avendo lo spazio necessario, ma nei paesi questo vale per molte abitazioni, ho pure acquistato con poche decine di euro una compostiera dove riciclo la grande quantità di materiali organici che si producono, principali responsabili dei pericolosi percolati che si generano nelle discariche, ricavandone compost per il mio giardino.
Ma in questo caso bisogna denunciare l’inerzia con cui (non) si sta affrontando questo aspetto della questione, concedendo ulteriori sgravi a chi si fa carico di questa pratica.
Tirando le somme della mia esperienza, mi sono accorto che in effetti la quantità di rifiuto indifferenziato che si produce è molto bassa: nel mio caso circa un sacchetto ogni due giorni, che smaltisco con la raccolta porta a porta, mentre la stragrande maggioranza dei rifiuti che produco può benissimo rivivere sotto forma di materiali riciclati piuttosto che accumularsi per l’eternità ai bordi delle strade o, quando va bene, nelle discariche.
Sulla base di questi dati concreti, è sperabile che questi comportamenti si possano generalizzare? Ai posteri …, verrebbe da dire. Ma il rischio è che, continuando ad accumulare spazzatura, non ci sarà più posto per questi poveri posteri.
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