Con un primo incontro a cui erano stati invitati Comitati Pendolari e Sindacati, dopo anni di colpevole trascuratezza, pare che l’attuale assessore regionale alle infrastrutture e alla mobilità Bartolotta si sia finalmente deciso a prendere l’iniziativa in vista della conclusione del Contratto di servizio con Trenitalia.
La Regione Sicilia era rimasta l’ultima a non essersi dotata di questo strumento che servirà a regolamentare il trasporto ferroviario locale e infatti, in sua assenza, finora l’Ente gestore delle ferrovie aveva fatto il bello e il cattivo tempo.
Passaggio fondamentale in vista di questo traguardo è la stesura dell’accordo di programma per il trasferimento delle competenze sul trasporto ferroviario siciliano ed il conseguente passaggio delle risorse finanziarie, risorse che sono state leggermente ridimensionate rispetto alla previsione del 2009/2010, ma che sono ancora abbastanza consistenti.
Appare comunque significativo che l’assessore si sia impegnato a convocare regolarmente i sindacati e le associazioni di base per concordare la stesura di questo fondamentale documento. Chi, meglio di loro, potrà rappresentare le esigenze degli operatori e degli utenti?
Sappiamo che le carenze sono innumerevoli: resta un mitico record il tempo che occorre per andare in treno da Catania a Palermo. Il fatto è che non solo da anni non sono stati fatti investimenti significativi, ma anzi si è provveduto a ‘fare economia’ tagliando i rami secchi, senza considerare che seccavano proprio perché non ricevevano linfa, cioè, fuori di metafora, non erano resi competitivi e convenienti rispetto al trasporto su gomma.
Cosa potrà cambiare nel sistema dei trasporti dell’isola con la firma del contratto di servizio?
Una risposta esemplare ci viene dalla manifestazione di Pendolaria 2013, organizzata da Legambiente, CUB Trasporti e Comune di Ragusa, alla quale hanno preso parte numerosi cittadini, e i sindaci (o assessori loro delegati) di Ragusa, Comiso, Scicli, Pozzallo, Ispica, Modica, Santa Croce, Chiaramonte e Vittoria e che si è conclusa a Donnafugata, dove, nel salone degli stemmi de castello, è stato siglato di un “patto”, ovvero, la piattaforma rivendicativa sulla ferrovia iblea, che spazia dal rilancio dei treni pendolari al potenziamento delle stazioni di Comiso e Pozzallo, dalla metroferrovia a Ragusa, al trasporto studenti organizzato sinergicamente con il mezzo gommato, dalla salvaguardia delle aree degli scali, in via di vendita all’asta, alla ripartenza del trasporto merci, al treno al servizio del turismo.
Tutte proposte che rendono visibilmente concreti gli obiettivi di un’azione verso la mobilità ecosostenibile, senza considerare che l’utilizzo della metropolitana di superficie nella provincia di Ragusa costituirebbe un forte propulsore economico dato che attraverserebbe aree fortemente abitate, zone commerciali e l’area industriale.
Tutto ciò sarà possibile solo se gli attori locali saranno messi in grado, attraverso lo strumento del Contratto di servizio, di diventare protagonisti e non più solo comparse o vittime, come nel caso dei pendolari, di un dramma che da troppo tempo si sta consumando sulle loro spalle.
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Se è vero che “pendolaria 2013” ha promosso istanze come la ..piattaforma rivendicativa sulla ferrovia iblea.., siamo alla ulteriore dimostrazione che molte associazioni, operando realmente sui territori, sono le uniche vere entità in grado di esprimere bisogni reali sia riguardo ai problemi contingenti, sia rispetto alle politiche di indirizzo a medio e lungo termine in particolare per quanto riguarda la voce “turismo” che insieme a “cultura” è la più abusata e sempre più vuota di ogni significato concreto, fino a diventare una sorta di parola d’ordine per mostrarsi “politicamente corretti” alle varie “sfilate di facce toste”. Quando penso alle profonde vallate del ragusano attraversate dalla linea ferroviaria ed il mancato utilizzo come vettore di promozione del territorio, vengo colto da coliche e lo stesso accade per le linee ferroviarie abbandonate che partendo da Randazzo (nodo di incrocio delle FF.SS. con la FCE)attraversava paesaggi di significativa bellezza (a pochi metri dall’ingresso pubblico per le gole di al’qantara passa il tracciato ferroviario che in altri paesi sarebbe ancora più che attivo sia di traffico che economicamente)e poi ovviamente quanto traffico stradale potrebbe eliminare una efficiente rete ferroviaria, invece si è anche ridotto il numero di passaggi sulla costa da Taormina a Catania; evidentemente l’interesse reale è solo quello di immaginare grandi appalti che poi non servono in realtà a nessuno se non a devastare i centri storici (passante e raddoppio a Catania per esempio).