Pareti colorate di delicate tinte pastello, ringhiere riverniciate, spazi verdi ripuliti e curati. Così i ragazzi dell’IPM (Istituto Penale Minorile) hanno reso più accogliente il loro istituto in occasione della visita della ministra della Giustizia, Anna Maria Cancellieri. Sono stati loro stessi a proporsi, ognuno in base alle proprie competenze. Qualcuno ha stuccato, altri hanno verniciato e pitturato, qualcun altro ha curato le aiuole; un bel gruppo di giovani reclusi che è andato crescendo e si è lasciato coinvolgere in questa avventura, con entusiasmo.
Ribattezzati ‘la cooperativa’, hanno avuto anche modo di fare scelte di libertà, come quella del colore con cui tinteggiare la propria stanza e, a sorpresa, hanno scelto tinte tenui. Le camere hanno perso così il freddo bianco d’ospedale, per acquistare un tocco più caldo e meno estraneo.
In tempi di vacche magre, l’istituto ha acquistato solo il materiale e i ragazzi hanno vissuto l’orgoglio di essere anche loro protagonisti in occasione della visita delle ‘autorità’.
E in effetti di autorità ce ne erano tante, il capo dipartimento della Giustizia Minorile Caterina Chinnici, il capo dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Antonio Tamburrino, direttori e comandanti di tutte le strutture minorili della Sicilia, le massime cariche della magistratura minorile locale e così via.
Tutti convenuti, il 25 giugno, per celebrare il 196° anniversario della fondazione del Corpo di Polizia Penitenziaria, e questo ai ragazzi poteva importare poco. Ma la ministra avrebbe poi visitato la struttura e incontrato i giovani che vi sono ospitati.
Così è stato. Cancellieri li ha trovati negli spazi destinati alla socialità, locali attrezzati con calcio balilla, TV, giochi da tavolo, sedie e tavolini, dove i minori trascorrono il tempo libero in piccoli gruppi, quando non sono impegnati nelle attività scolastiche, formative e nelle attività sportive che si svolgono all’aperto nei campi di gioco e in palestra.
Anche il rinfresco offerto alla ministra e agli invitati è stato preparato dai ragazzi dell’IPM che frequentano i corsi per ristorazione e pasticceria, e dai loro docenti.
Uno dei ragazzi ha dipinto di propria mano e regalato alla ministra una tela in cui, contornata da scritte tratte da discorsi di Giovanni Falcone, è raffigurata la colomba della pace. E’ un ragazzo che si prepara per sostenere a settembre, da esterno, gli esami di idoneità al terzo anno dell’Istituto Agrario e viene aiutato da docenti volontari, alcuni dei quali sono gli stessi che, nell’istituto, insegnano nei corsi di scuola media. Anche se la scuola è finita, sono ancora lì per sostenere questo ragazzo volenteroso.
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Scuola e corsi di formazione (ristorazione, grafica multimediale, impianti elettrici, mosaico) sono solo alcune delle attività che si svolgono all’IPM di Catania, come Argo ha spesso raccontato. La disponibilità dell’ammiraglio Leuzzi ha consentito di svolgere ‘incredibili’ corsi di vela, l’iniziativa della casa editrice Carthusia di trasformare i giovani reclusi in sceneggiatori e attori di un cortometraggio, e via esemplificando.
Si svolgono talora iniziative meno eclatanti ma non meno significative: ragazzi di varie scuole di Catania sono stati coinvolti dai professori e ospitati in istituto per incontri con i giovani reclusi, partite di pallavolo, giochi strutturati, momenti di riflessione sulla legalità; diversi volontari hanno accettato o proposto di intrattenere singolarmente o in gruppo alcuni ragazzi dell’istituto in varie altre attività.
E poi l’apertura al mondo esterno, l’inserimento di alcuni reclusi in progetti di formazione lavoro o di studio, e quindi la ricerca di aziende che accettino la scommessa di offrire a qualcuno di loro l’opportunità di imparare un mestiere.
Un istituto modello, dunque, quello di Catania e forse per questo i responsabili del dipartimento Giustizia Minorile lo hanno scelto per la celebrazione e per la successiva visita ministeriale. A renderlo eccellente è sicuramente l’impegno della direttora, Maria Randazzo, che ha saputo creare attorno a sé il clima adatto perchè educatori e guardie penitenziarie diano il meglio di sé. Ha saputo anche cogliere le possibilità offerte da fondi nazionali e regionali, permettendo ai giovani che vivono nella struttura carceraria, e provengono spesso da situazioni di deprivazione sociale, di fare importanti esperienze formative.
Certo non tutto è rose e fiori. Ci sono le situazioni difficili e i ragazzi problematici (talora inviati qui da altre strutture). C’è adesso la spada di Damocle della crisi della formazione professionale regionale. Gli operatori dei corsi non vengono pagati da più di un anno, eppure continuano a garantire la loro presenta in IPM, dimostrando grande sensibilità. Siamo proprio sicuri che non si possa distinguere tra le varie situazioni, eliminando quelle in cui si annidano imbrogli e sprechi, e salvando -anzi implementando- quelle (le strutture detentive innanzi tutto) che possono offrire reali possibilità di reinserimento sociale?
questa ministra decisamente non mi piace. Ha lasciato a Catania un ambiente molto discutibile e si è portato dietro cioè a Roma un certo dr. Angelo Sinesio detto Ninni di cui vi chiedo di conoscere di più cliccando su Google e cercando notizie su Angelo Sinesio detto Ninni. Per il resto, pare sia addetto alla gestione del parco immobili degli istituti di pena per cui la PENA o meglio il PANE sarà grande quando si dismettono edifici che possono avere un valore edificabile per i veri PREDONI DELLA CITTA’e VERI PADRONI DELLE AREE EDIFICABILI. Vi pare poco il nuovo OSSARIO DI PIAZZA EUROPA?
Lina, l’articolo non riguarda, però, la ministra ma i minori e i giovani adulti dell’IPM, che sono stati protagonisti della sistemazione della struttura e hanno fatto un’esperienza di responsabilità e di libertà (compresa la scelta del colore con cui tinteggiare la propria camera)…