Se qualcuno sperava che con il passare del tempo i cittadini di Niscemi avrebbero digerito l’ulteriore ampliamento della base navale U.S.A. ha clamorosamente sbagliato. Il 31 maggio, infatti, l’intera popolazione si è riversata nelle piazze cittadine (oltre cinquemila persone in corteo) chiedendo non solo il definitivo accantonamento del sistema di comunicazioni satellitari, ma anche lo smantellamento delle 46 antenne attualmente funzionanti.
La manifestazione promossa dal Coordinamento Regionale No Muos e delle Mamme No Muos (lo sciopero è stato indetto dalla CUB – Confederazione Unitaria di Base) rappresenta, per ora, l’ultimo atto di una mobilitazione che, nel corso del tempo, è progressivamente cresciuta.
Da diversi mesi i presìdi davanti alla base, hanno concretamente rallentato i lavori e, nel contempo, è stata svolta un’opera capillare di informazione, anche grazie al contributo di importanti scienziati e ricercatori, che hanno ampiamente dimostrato i notevoli rischi cui è sottoposta la popolazione a causa delle antenne.
Documenti
- Pericolosità per la salute delle antenne NRTF esistenti (ricercatori delle Università italiane: Massimo Coraddu , Angelo Levis, Alberto Lombardo, Massimo Zucchetti)
- Dalla concessione alla revoca delle autorizzazioni (scheda esplicativa)
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Fogli di via, arresti, multe salate non sono serviti a piegare la contestazione. Nei giorni scorsi i video di ciò che quotidianamente accade davanti ai cancelli, con i manifestanti trascinati via dalle forze dell’ordine, sono stati presentati ai cittadini di Niscemi e questo ha contribuito a far crescere la voglia di essere in piazza.
Tutti hanno capito che c’è un paradossale ribaltamento delle posizioni. Infatti, chi si batte per il rispetto della legalità sono proprio i manifestanti che chiedono il blocco dei lavori, visto che la Regione Sicilia ha revocato le precedenti autorizzazioni. Le forze dell’ordine, perciò, dovrebbero essere impegnate per impedire che prosegua la costruzione delle mega-antenne.
In questa scommessa gli abitanti di Niscemi non sono soli. Il giorno 30 tantissimi artisti provenienti da tutta Italia si sono esibiti in spettacoli, performance, concerti. Un contributo spontaneo del “Comitato Artisti No Muos”, nato su iniziativa del Teatro Coppola di Catania.
Ma torniamo allo sciopero. C’è stata l’adesione del Comune e non solo tantissima gente, ma una reale partecipazione corale. La maggior parte dei negozi, per esempio, ha tenuto rigorosamente abbassate le saracinesche.
Il corteo, allegro e gioioso, pieno di slogan (c’è Niscemi da salvare, yankee go home), musica, canzoni (da ciuri ciuri a bella ciao) si è progressivamente “ingrossato”, tanto che il comizio finale (nessuna passerella, ma esclusivamente interventi dei promotori, di chi ha costruito la mobilitazione), si è svolto in una piazza gremita di cittadini.
Contemporaneamente alla manifestazione siciliana, i rappresentanti No Muos romani protestavano davanti all’Istituto Superiore della Sanità, che dovrà pronunciarsi sulla pericolosità delle antenne, ribadendo che sulla salute non sono possibili compromessi.
Unico neo nella giornata per i No Muos, come ci racconta Alfonso Distefano, non aver trovato un bar aperto dove comprare, finito il corteo, le paste per festeggiare.