“Non la voterò, occorre un ricambio generazionale nella politica”, “mi dispiace deluderla ma sarò rieletto sindaco. Si può essere anagraficamente giovani, ma vecchi dentro”. Chi si aspettava un confronto vivace fra il sindaco catanese uscente, Raffaele Stancanelli, e il pubblico presente mercoledì 29 maggio a CittàInsieme, al di là di battute come queste, è rimasto deluso.
Eppure questioni su cui riflettere ce ne sarebbero state molte. Probabilmente, la formula prevista per questo ciclo di incontri funziona meglio per conoscere le idee di chi non ha governato. In presenza del sindaco uscente, infatti, sarebbe stato più utile preparare una serie di domande in grado di entrare nel merito delle scelte operate, di fare un bilancio dell’amministrazione.
In premessa, Stancanelli ha dichiarato di avere ereditato un comune dove, sostanzialmente, non funzionava nulla e sul quale pendeva, vera e propria spada di Damocle, l’enorme debito accumulato. Che tutto ciò fosse in massima parte frutto delle due pessime amministrazioni Scapagnini (sindaco eletto dal medesimo schieramento dell’attuale primo cittadino), Stancanelli si è, però, ben guardato dal dirlo.
In sostanza, nessun responsabile per il precedente disastro, esaltazione per chi ha dovuto inventare soluzioni impossibili. Una ‘litania’ alla quale, peraltro, ci avevano già abituato la maggior parte degli assessori della sua giunta. Quasi tutti, appena entrati in carica, infatti, come primo ‘atto amministrativo’ rappresentavano i loro cahiers de doléance criticando il lavoro di chi li aveva preceduti.
Purtroppo, non ricordiamo, da parte di questi esponenti politici, nessuna denuncia quando ancora si sarebbero potuti evitare gli effetti negativi delle precedenti scelte amministrative.
Come da copione, alle lamentele è seguita l’indicazione delle tante cose fatte. Sviluppo della politica urbanistica, riorganizzazione dei servizi sociali, piano del traffico… Un elenco, appunto. Tante citazioni, però, senza mai entrare nel merito dei contenuti, come se il fare fosse in sé sinonimo del ben operare.
In quest’ottica l’ulteriore cementificazione della Plaia (PUA) diventa occasione di lavoro e sviluppo; i progetti di edificazione su Corso Martiri (una zona della città che potrebbe rappresentare una carta decisiva rispetto al rischio sismico) recupero del centro storico; la proposta di Piano Regolatore, in assenza di un’idea sulla città futura, novità epocale.
Il sindaco uscente ha addirittura avuto il coraggio di rivendicare la riorganizzazione dei servizi sociali, il cui stato comatoso è a tutti evidente, come fiore all’occhiello del proprio impegno.
Bisogna, comunque, dargli atto di aver pronunciato, seppure indirettamente, anche considerazioni autocritiche. Ha, infatti, sostenuto che è importante mantenere alla guida della Città chi ormai conosce la macchina amministrativa e ha messo radici. Il che significa che anche lui, almeno inizialmente, aveva qualcosa da imparare. Lui che è ‘giovane dentro’.
E, come fatto altre volte, ha citato Matteo Iannitti, il più giovane candidato sindaco (24 anni), nelle cui posizioni radicali Stancanelli dice di ritrovare la stessa passione e la stessa voglia di fare politica che avevano caratterizzato la sua militanza giovanile nelle file del Movimento Sociale Italiano.
Ancora una volta, nessun rispetto per i contenuti, ma anche scarsa considerazione dell’intelligenza politica dei presenti. Cosa ha, infatti, da spartire l’esponente di Catania Bene Comune, che mette al centro uguaglianza e diritti sociali, che denuncia, facendo nomi e cognomi il peso del sistema affaristico-mafioso, con le posizioni di chi milita in uno schieramento dalle idee esattamente opposte?
Evidentemente, Stancanelli tiene a dare un’immagine di sé come persona aperta e disponibile, non a caso cita anche l’organizzazione degli Stati Generali (omettendo di dire che non hanno prodotto nulla) la cui direzione fu affidata dalla sua amministrazione al professore Caserta, oggi candidato autonomo alla carica di primo cittadino.
Saremmo però ingenerosi se sostenessimo che nessuna novità è venuta fuori dal dibattito. In effetti, parlando dello sviluppo del sistema di trasporto rapido (BRT) il sindaco uscente ha disegnato uno scenario futuro nel quale sarà fortemente disincentivato l’ingresso e l’uso delle auto in Città.
Secondo queste considerazioni il parcheggio di piazza Europa non avrebbe motivo di esistere. I catanesi riavranno la bella piazza di cui sono stati espropriati?
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Il candidato Stancanelli, forte dei sostenitori venuti al suo seguito a Cittainsieme, non ha giustificato la destinazione d’uso del 1.507.450. di metri cubi (oltre cinque volte C.so dei Martiri di una Catania già martirizzata di brutto) di edifici sulle banchine del porto.
Una devastazione priva di compatibilità con il PRG di Catania, priva di VIA-VAS che la rendano legittima e priva di rispondenza ad effettive necessità di un porto mercantile.
Una devastante edificazione priva persino di rispondenza ad un uso improprio di edilizia civile stante la inesistente domanda del settore.
Una edificazione già predisposta da elementi di una certa sinistra moderata catanese e oggi ambita dall’aspirante sindaco e dall’aspirante presidente portuale totalmente sprovvisto della prescritta competenza in materia portuale ma ben esperto in materia finanziaria per avere organizzato nel 2007 la vendita di parte degli immobili regionali ed il loro passaggio in affitto a carico di noi siciliani, come da mandato dei governatori Cuffaro e Lombardo; il secondo compaesano e cognato di Stancanelli.
Stancanelli e tale aspirante presidente portuale, oggi ancora Commissario per nomina del Ministro-banchiere Passera, da oltre un anno tentano di fare approvare in Consiglio Comunale tanta edificazione che corrisponde ad un valore complessivo di oltre due miliardi di Euro, ma non corrisponde affatto alla effettiva domanda immobiliare e tanto meno alle effettive necessità portuali e pertanto risulta di esclusivo interesse di quella finanza cartolare speculativa che da troppo tempo devasta patrimonio e territorio comune.