Senza sosta l’attività dei comitati cittadini e delle associazioni per la chiusura e la bonifica della discarica di Tiritì, a ridosso dei centri abitati di Misterbianco e Motta Sant’Anastasia. L’11 maggio è prevista una manifestazione in vista della discussione che avverrà a metà maggio al parlamento regionale, a seguito di una mozione presentata da alcuni deputati del PD, primo firmatario Antony Barbagallo.
A sostenere l’azione anche parlamentari del Movimento 5 Stelle, che hanno presentato un’altra mozione, prima firmataria Angela Foti, che affronta il problema più generale dell’attuale piano di gestione dei rifiuti e quello della riduzione dei rifiuti indifferenziati in Sicilia.
Viene denunciata anche la ‘incompatibilità’ tra la gestione della raccolta differenziata da parte dell’OIKOS che, controllando anche la discarica, è di fatto interessata al mantenimento e alla crescita dell’indifferenziata.
L’esito della protesta non appare scontato, sebbene le ragioni dei Comitati e dei cittadini siano riconosciute da una norma regionale (L.R. 9 del 2010) che impone la distanza minima di 5 chilometri delle discariche dai centri urbani.
Inoltre, il 6 aprile scorso è stato effettuato un sequestro preventivo della Guardia di Finanza che ha individuato – su segnalazione di un cittadino – presenza di percolato nella valle dei Sieli e nei vicini torrenti “Rosa” e “Cuba”.
Nella stessa zona, a febbraio, erano state trovate 19 carcasse di pecore, subito rimosse, pare senza che fosse disposto un esame approfondito per appurare l’eventuale relazione tra il percolato disperso nelle acque e il decesso delle pecore.
Attualmente la discarica è chiusa per aver raggiunto i limiti di capienza, ma la OIKOS è in attesa di autorizzazione per l’utilizzo di uno spazio attiguo, forte dell’approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente (6 luglio 2012) del Piano regionale di gestione rifiuti del 2009 (decreto A.R.T.A. n. 221 del 19 marzo 2009) che consentiva l’ampliamento della discarica.
E’ contro questo decreto che è stata presentata richiesta di annullamento in autotutela alla Regione Sicilia e al Tar del Lazio, sulla base del fatto che “I lavori di ampliamento nella discarica della ditta Oikos spa, distano in linea d’aria: a circa 800 m. dalla abitazioni del comune di Misterbianco e a circa 2 Km da quello di Motta Sant’Anastasia”. L’udienza è stata fissata per il 23 ottobre 2013, la richiesta di sospensiva è stata rigettata.
Le iniziative messe in campo dai due comitati (Comitato contro la discarica di Motta Sant’Anastasia e Comitato No discarica di Misterbianco) e dall’associazione Codacons sono un esempio di cittadinanza responsabile.
Si sono mossi in tutte le direzioni: sensibilizzazione della popolazione con numerosi incontri e dibattiti; coinvolgimento dei politici locali e dei parlamentari eletti nell’assemblea regionale, ricorsi al Tar di Catania e poi del Lazio; petizioni e raccolte firme indirizzate al Presidente della Regione Sicilia, una pagina sulla rete sempre aggiornata sul sito Misterbianco.com e su Youtube.
Con la petizione si vogliono raggiungere 3 obiettivi: oltre alla chiusura e alla bonifica della discarica, la delocalizzazione in altra zona distante non meno di 5 chilometri dai centri abitati e la revoca dell’ampliamento.
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come si può notare il ricorso alla Magistratura conduce solo ad un vicolo cieco. Nulla di fatto. La salute pubblica e l’urbanistica ottengono provvedimenti negativi in favore di chi abusa del suolo e del sottosuolo. Bisogna chiedere i giudici elettivi come in America. Bisogna inserire nei collegi dei TAR un rappresentante elettivo. Le attuali compagini dei TAR non danno alcun affidamento in ordine alla tutela dei beni fondamentali riconosciuti dalla Costituzione e chiamati dagli esperti ” BENI COMUNI”.
attentoi alla Magistratura. E’ solo un Ordine e non un Potere. Vedi l’art. 104 della Costituzione. Interpreta ed applica le leggi sovente in maniera ignobile e criticabile. Non ci sono sentenze del TAR o del CSR che tutelano veramente i beni comuni. Le comnpagini giudicanti sono molto pericolose perchè non danno alcuna garenzia in ordine ai beni essenziali alla collettività.