Il 30 aprile a Niscemi migliaia di cittadini siciliani e tanti manifestanti provenienti da tutto il Paese avevano festeggiato per un’intera giornata la revoca delle autorizzazioni all’esecuzione dei lavori per la costruzione del MUOS.
Certo, erano consapevoli che gli statunitensi avrebbero fatto di tutto per modificare questa decisione; neppure i più pessimisti, però, avrebbero potuto immaginare che, dopo e nonostante la revoca, i lavori all’interno della base sarebbero proseguiti come se non fosse accaduto nulla.
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Fortunatamente, le ragioni dell’opposizione alle ‘mega-antenne’ sono così radicate e diffuse fra la popolazione che, dopo un primo momento di comprensibile sconcerto, il Coordinamento regionale dei Comitati e le Mamme NoMuos hanno immediatamente ripreso la mobilitazione; impedendo, grazie ai blocchi davanti alla base navale statunitense, il transito dei mezzi e, quindi, la prosecuzione dei lavori.
E’ evidente che si tratta di una situazione estremamente complessa che, secondo il Coordinamento, “umilia ancora una volta la sovranità popolare e l’ARS”.
Il che era già avvenuto quando il precedente governo regionale aveva autorizzato il progetto sulla base di studi tecnici privi di valore tecnico-scientifico, in qanto provenienti, come denuncia sempre il Coordinamento, “da soggetti che, per loro stessa ammissione, non erano in possesso di dati certi se non quelli forniti dal governo statunitense”.
Da un lato prosegue perciò la mobilitazione ed è stata indetta, dal 21 al 28 aprile, la ‘settimana resistente’ che culminerà nella manifestazione del 25; dall’altro ci si rivolge alla magistratura “perché verifichi la regolarità di quanto sta avvenendo all’interno della base statunitense”.
Precise richieste sono fatte anche alla Regione. Ad essa si chiede che, “tramite i propri funzionari e il corpo regionale della Guardia forestale, nonché la procura della repubblica, verifichi la fondatezza delle lagnanze di quanti hanno rilevato la continuazione dei lavori, magari installando apparecchiature fisse che in permanenza rilevino eventuali attività che si svolgono in violazione con il precetto amministrativo”.
Tra i NoMuos, infine, c’è preoccupazione perché un decreto dell’Assessorato Territorio ed Ambiente (il Decreto 5 settembre 2012) che dovrebbe tutelare la salute della popolazione dall’inquinamento atmosferico esclude, cosa che non esiste in alcuna altra normativa, neanche nazionale, gli ambiti militari da quelli per i quali valgono limiti alle emissioni elettromagnetiche.
Un decreto che sembra fatto appositamente per “salvare” la base navale di Niscemi. Per questo i NoMuos chiedono al nuovo governo regionale “di provvedere alla modifica del decreto posto che ingiustificatamente priverebbe i cittadini che vivono nei pressi della base del diritto di vedere tutelata la propria salute”.
In sostanza, il movimento non fa nessun passo indietro non solo rispetto alla costruzione del Muos. Ribadisce infatti che l’obiettivo rimane la completa smilitarizzazione della Sughereta, compreso lo smantellamento delle 46 antenne USA NRTF.